Un progetto di legge in Italia impone dure sanzioni alla stampa

DottLa mossa a sorpresa di un politico del più grande partito al governo italiano di inasprire le sanzioni per “diffamazione” da parte dei media ha suscitato una diffusa indignazione nella politica e nei media. Gianni Perino, capogruppo del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia al Senato guidato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha presentato un disegno di legge che prevederebbe, in casi particolarmente gravi, la reclusione fino a quattro anni e mezzo, multe fino a a 120mila euro e fino all'interdizione dal lavoro per due anni.

Mattia Robb

Corrispondente politico per Italia, Vaticano, Albania e Malta, con sede a Roma.

Oltre a inasprire la criminalità esistente, il senatore si impegna anche a punire le “fake news” presenti nei media tradizionali e nei social media. Pertanto, la “diffusione consapevolmente ripetuta e coordinata di fatti parzialmente o totalmente falsi” dovrebbe essere punita con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da 15.000 a 50.000 euro.

Le distanze destra e sinistra sono le stesse

Sia i leader del gruppo parlamentare del Partito nazionale di destra, Lega, guidato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, sia del Partito democratico cristiano, Forza Italia, guidato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, hanno preso le distanze dall'iniziativa. Si è detto che l'iniziativa di Perino non era coordinata all'interno della coalizione di centrodestra.

I partiti di sinistra dell'opposizione hanno parlato di “attacco diretto alla libertà di stampa” e hanno annunciato una ferma resistenza. Il disegno di legge contraddice le sentenze in materia emesse dalla Corte Costituzionale italiana e dalle Corti europee. Infatti, nel giugno 2021, la Corte Suprema italiana ha chiesto al legislatore di annullare le pene detentive per diffamazione perché la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto che la privazione della libertà per questo reato costituisce una violazione dei diritti umani. Non è noto se il senatore abbia coordinato la sua controversa iniziativa con il premier Meloni.

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Il presidente del Consiglio Meloni ha recentemente denunciato lo scrittore Roberto Saviano per averla definita “bastarda” in televisione. Saviano ha dovuto pagare una multa di 1.000 euro. C’è ancora un processo pendente contro il filologo classico Luciano Canfora, che nell’aprile 2022 durante un evento sulla guerra in Ucraina in un liceo di Bari descrisse la Meloni come un “neo-nazista nell’animo”. Il 16 aprile inizia il processo contro Canfora, da sempre sostenitore dell'Internazionale comunista. Il professore emerito della Barry University ha annunciato che in udienza in tribunale “confermerà e proverà” le accuse contro la Meloni. All’epoca dei due casi di diffamazione, la Meloni era un politico dell’opposizione a Roma e non era ancora al vertice del governo.

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