Trump è 10 anni esentasse. Apertura del New York Times

NEW YORK – Donald Trump non perde mai l’occasione di attaccare Biden, e lo ha fatto più volte e in Cina. Una delle ultime accuse mosse dall’azienda di Donald riguarda suo figlio Hunter, che, oltre al problema con l’Ucraina (che però ha tante fake news e mezze verità), “ha aperto un conto in banca presso un uomo d’affari cinese”. Per i repubblicani al Senato, per FoxNews e per i numerosi blog conservatori che hanno riempito centinaia di e-mail di elettori americani con centinaia di messaggi nelle ultime due settimane, questa è una prova comprovata che Biden era in collaborazione con la Cina, un grande nemico che Trump sta combattendo in prima linea.

Accuse che rischiano di diventare un boomerang per il presidente Usa. Il New York Times, proseguendo una lunga indagine sulle tasse di Trump, sta ora rivelando alcuni dettagli che collegano gli affari del comandante in capo degli Stati Uniti a Pechino. Infatti, Donald avrebbe un conto corrente in Cina (controllato dalla Trump International Hotels Management Llc.), Che dal 2013 al 2015 ha pagato al governo del nemico cinese una grossa somma di 188.561 dollari. Sono gli stessi anni in cui l’allora uomo d’affari Donald Trump era negli Stati Uniti ha pagato al fisco americano solo pochi dollari.

Un’altra curiosità sorge sui giornali del New York Times che potrebbe interessare gli elettori americani – quando mancano solo due settimane per votare: la Cina è uno dei tre stati stranieri (con Gran Bretagna e Irlanda) in cui il presidente degli Stati Uniti ha un conto in banca. Per uno come Donald, che ha spesso ribadito che quando il suo rivale “Democrat Sleepy Joe vende gli Stati Uniti alla Cina comunista”, vincere l’apertura di un giornale di New York non porta certamente buoni guadagni.

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Ci sono molti dettagli nella storia. Il business dell ‘”uomo d’affari” di Trump è pieno di accordi finanziari esteri, per dieci anni ha cercato di fare affari (senza successo) e gestire progetti o joint venture con aziende di Pechino, ha gestito un ufficio in Cina anche durante la prima campagna elettorale 2015-2016 e aveva collaborazioni con una grande azienda cinese controllata dal governo.

I conti esteri del presidente degli Stati Uniti non compaiono nei “messaggi finanziari pubblici” di Donald Trump, dove deve elencare i beni personali, perché sono a nome della società, non di un individuo. La dichiarazione dei redditi non fornisce dettagli su quanto denaro potrebbe essere passato attraverso conti esteri, sebbene l’Internal Revenue Service richieda a tutti di riportare una parte del proprio reddito d’impresa ad altri. paesi. I conti britannici e irlandesi sono monitorati dalle società che gestiscono i campi da golf The Donald in Scozia e Irlanda, che registrano regolarmente entrate per 1 milione di dollari da quei paesi. Trump International Hotels Management ha riportato solo poche migliaia di dollari.

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