Lazio, scandalo con tamponi: trasferirsi Asl a Roma

Alcuni giocatori nel campus biomedicale: tre contagiati, stiamo parlando di Real Estate, Leiva e Strakosha. Poi i test nel solito laboratorio di Avellino: qui sono tutti negativi

Un altro episodio con una svolta nel caso degli assorbenti interni della Lazio. Un elemento nuovo, e questa non è una cosa da poco apparsa ieri, anzi, il positivo dei tre giocatori delle “Biancacelles”. E la domanda è specifica. Innanzitutto perché questa volta il club, dopo aver discusso per diverse settimane sul valore del gene N e sbavature con risultati contrastanti, ha voluto affidare un terzo laboratorio: né Synlab (quello su cui conta la UEFA) né Diagnostica Futura (questa è Abelina, scelta da Lotita). , ma il Biomedical Campus, una delle strutture più famose e rinomate della capitale. Qui alcuni giocatori sono stati considerati tra quelli che al momento erano stati fermati per problemi legati a Covid, e in tre casi si è verificato un positivo. Nomi che potrebbero non essere divulgati per motivi di privacy, il club non ha divulgato (cosa del resto mai fatta), ma ieri pomeriggio ha diffuso i nomi Immobile, Leiva e Strakosha, guarda caso, lunedì scorso si sono fermati “Uefa dopo tamponi”. che Lazion non ha mai negato, ma rispettiamo comunque il condizionale.

Un altro giallo

Ieri mattina una squadra di squadre, come previsto dal protocollo FIGC, ha eseguito anche strisci molecolari a Formela, sempre al laboratorio di Avellino. I risultati sono arrivati ​​presto e la Lazio ha subito fatto capire alla gente di essere “tutti negativi”, compresi – si potrebbe capire – i risultati dei tre giocatori già citati. Dice il direttore sanitario Ivo Pulcini, che afferma anche: “Tutto il gruppo delle squadre ha superato il test negativo sul test molecolare ed è a disposizione di Simone Inzaghi domani, assolutamente così”. Non è tutto. Oltre a precisare che “abbiamo segnalato tutto in Asl”, il dottore ha finalmente confermato gli esami di alcuni giocatori del campus biomedicale, ma parlando di “prove veloci” e sottolineando che prevalgono quelli molecolari casalinghi: così i giocatori possono tornare in campo. Fingendo di dimenticare che Synlab li ha già riconosciuti come positivi e quindi devono rispettare dieci giorni di isolamento, ci sono altri elementi che non tornano a questi “rapidi test”. Ieri mattina il Campus Biomedico ha segnalato un positivo all’ASL Roma 4 (il datore di lavoro che lo ha chiesto, quindi la Lazio ha sede a Formela). Quindi ASL Roma 4 segnalerebbe Roma 1 in quanto competente per il luogo di residenza dei malati contagiati (tre giocatori). Ma il Ministero della Salute prevede che la comunicazione con l’ASL sia possibile solo in caso di striscio molecolare positivo, non certo rapido e antigenico. Non è tutto. Lo stesso Pulcini ad Anse ha dimostrato che i tre casi testati sono risultati positivi ai geni E e N. È un peccato che il tasso debba la sua velocità proprio perché non sta cercando il genoma virale, ma solo la presenza di proteine ​​di superficie del virus. Pertanto, tre punti positivi resi molecolari (incluso il doppio controllo), che ancora una volta ha prodotto risultati diversi dal laboratorio di Avellin. Quindi il discorso “molecolare vale più che rapido”, ma soprattutto l’idea è quella di vedere domani in campo “tre” in vista della sfida contro la “Juventus”. Anche perché con l’Asl, che monitora e indaga sulla procura federale, non si può mostrare facilità.

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Il caso immobiliare

Certo, se uno dei tre fosse davvero immobile (per saperlo basterà scoprire chi si allena oggi a Formela), la situazione della società peggiorerà. Qui parliamo di un laboratorio di innegabile affidabilità, che sottolinea il positivo, come ha già fatto due volte Synlab, il 26 ottobre e il 2 novembre, mentre gli strisci di Abelin sono negativi il 30 e 31 ottobre (e leggermente positivi il 2 novembre), tanto che la Lazio ha rotto l’isolamento. l’attaccante, portandolo a Torino, dove è entrato nel secondo tempo (ha fatto diversi allenamenti ai piedi) e ha segnato. In questa partita, tra l’altro, era presente e Leiva, che però – a differenza di Immobile – non aveva sbavature sul 26 (quelle che c’erano prima del Bruges), perché il club lo aveva lasciato a casa, perché malato. Proprio come Strakosha. Il positivo di ieri, anche se abbinato ad un altro test negativo (quello molecolare di Avellino ha più volte smentito), diventerà sicuramente un nuovo elemento importante nelle indagini della Procura federale e, a quanto pare, non solo.

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