Un racconto di Natale: la terza vita di Alex Zanardi

Era il 19 giugno quando Alex Zanardidurante una staffetta di beneficenza ha fatto schiantare la sua moto contro un veicolo pesante, relazione di un trauma cranico molto gravema rimanendo cosciente anche avendo il tempo di parlare prima di prenderlo in elicottero. Subito dopo la prossima notizia che è stato operato, sembra si stia riprendendo, poi di nuovo il problema, una nuova operazione per ridurre il gonfiore cerebrale, cinque interventi e tre trapianti in totale, prima a Siena, poi a San Rafael a Milano e infine a Padova, in reparto di neurochirurgia. C’è stato un tempo in cui tutti dovevamo perderlo perché Alex fa ormai parte dei valori nazionali dichiarati patrimonio dell’UNESCO, siamo rimasti legati alla tv, in attesa di newsletter ospedaliere o notizie di famiglia, una foto di suo figlio Nicholas su Instagram che ci ha fatto sospirare di sollievo che ci ha fatto continuare a sperare.

Perché questo ometto grande con la potenza di un gigante ci ha abituati male, ci ha abituati all’impossibile, colui che in Germania nel 2001 in un terribile incidente ha perso le gambe, puramente amputate da un urto, ottiene la straordinaria affiliazione di cappellano. catena, ma entro un anno torna a camminare con le protesi, dichiarando al mondo una frase che è rimasta storica: “Quando mi sono svegliato senza gambe, ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che si era persa”, o dopo aver vinto l’oro alle Paralimpiadi ha detto: “A volte non servono le gambe per alzarsi” busto torreggiante su, avvolto in tricolore su una sedia a rotelle.

Ma questa volta la paura è davvero tanta, la collisione è così feroce, e lui non è più su una bicicletta, ma su una bicicletta, che può andare con le mani, avendo solo il casco, e l’incidente non è nemmeno un’auto, ma un camion. Era come se il destino avesse dato una mano con una sola possibilità di vittoria, come se le sofferenze passate non bastassero, come se la vita sentisse ancora il merito di non poterla piegare. Per non romperlo. E poi è ancora relativamente recente l’incidente accaduto a Schumacher nel 2013, quello che purtroppo ha cambiato la vita del pilota la sua famigliaperché da quel giorno nessuno lo aveva visto, sentito la sua voce o il rumore della sua macchina, perché Michael non era mai uscito da quel letto. Quindi rifiuti questi pensieri perché ripeti a te stesso che per Alex sarà diverso perché non è una persona normale, non fa parte delle persone, lui è come Ironman, davvero è davvero Ironman.

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E poi, come la più bella favola di Natale, arriva la notizia che tutti stavamo aspettando per dare finalmente una possibilità a questo anniversario del 2020, Zanardi recuperò il pollice, cercando la sua amata moglie Daniel che insieme a suo figlio non lo ha mai lasciato solo. Un’impresa titanica, un miracolo che poteva essere fatto solo da uno come lui perché ha impresso ovunque il suo impegno per questa vita. Vedere vedere. Senti, senti. Non ha ancora parlato, ma solo perché per precauzione tengono ancora aperto il buco nella sua trachea, che potrebbe presto essere richiuso. Il teschio invece si era già chiuso dopo la ricostruzione, pezzo per pezzo. E il suo cervello, che vive in questa scatola, ha stupito tutti, ripristinando una ad una tutte le sue funzioni. E il suo viso, questo bel viso incastonato dai suoi occhi nel cielo, tornò a quello che era stato prima, con gli stessi buchi sulle guance quando sorrideva e le stesse linee di espressione. Ancora una volta contro tutte le previsioni umane diventa possibile un’impresa impossibile. Potrebbero essere il merito della sua esistenza, e invece lo siamo alla terza vita questo enorme pilota, che semplicemente chiamare un uomo, non sembra abbastanza. Insegnare a tutti questo non è tutto finché non è finito.

Da oggi abbiamo un nuovo supereroe. Z DI ZANARDI.

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