Aggiornamenti acontrollo una tantum. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è attento per iniziare riforma fiscale ci vorranno tre anni. Ma le ipotesi di riorganizzazione (almeno 12 opzioni) sono già allo studio, e il principale fattore che potrebbe influenzare non solo o tanto la modifica di parentesi e tariffe, ma anche la presunta riduzione dei costi sanitari e di altri costi fino ad oggi. soggetto a calcolo. Se si prendesse una decisione del 2% chi ha un reddito annuo di oltre 55.000 euro perderebbe circa 1.100 euro solo per quel punto, e chi ha circa 100.000 euro ne lascerebbe 2.000.
Unico controllo: ispirato al modello tedesco
Il gioco attuale riguarda soprattutto le basi della riorganizzazione fiscale, cioè la revisione dei numeri e delle aliquote. Da un lato, sono Leigh e il Pd, oltre allo stesso Gualtieri, a cui non importa, che si fa ispirare: l’idea è un tasso continuo e individuale, misurato per ogni cittadino da un algoritmo, senza parentesi e scale. Ognuno ha il proprio carico fiscale. L’effetto sarebbe quello di progredire senza evidenti balzi in avanti, come sta accadendo oggi. Ciò contribuisce ad un reddito da 15 a 20mila euro con un risparmio di 2 punti d’imposta e fino a 40mila euro con un vantaggio di 3 punti. D’altra parte, le persone con redditi più alti pagheranno il dazio.
Piano B
Contro la soluzione studiata c’è un tutto Italia Viva, più una piccola immagine della griglia. Quindi, Piano B: Intervenire su aliquote e parentesi abbassando l’aliquota dell’imposta sul reddito dal 38 al 34 percento e aumentando l’aliquota dal 43 al 45 percento. Ciò ridurrà l’onere sul reddito da 28 a 55mila euro (oggi 38%). L’aumento dal 43 al 45 per cento, d’altro canto, peserà sopra i 75.000 euro. Con quest’ultima variazione le conseguenze più importanti saranno da livelli superiori ai 100mila euro lordi annui.
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