Quali conseguenze potrebbe avere un’epidemia?


La terra attorno a Napoli continua a tremare. È questo un presagio di una gigantesca eruzione nei Campi Flegraini? Quali sarebbero le possibili conseguenze?

Da mesi crescono i timori per l’eruzione del cosiddetto supervulcano nei campi di filli del napoletano. La terra trema regolarmente dallo scorso anno. Dopo che recentemente il tempo è stato insolitamente tranquillo, dalla fine della scorsa settimana si sono verificati nuovamente terremoti. Oggi, lunedì, il terremoto è stato di magnitudo 3,6 della scala Richter. Domenica si sono registrati due terremoti più deboli.

Potenziale eruzione supervulcanica: l’evacuazione tempestiva è importante

Recentemente, gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno condiviso una simulazione al computer che illustra un possibile scenario di eruzione. L’eruzione vulcanica potrebbe continuare per diversi giorni e potrebbe uccidere migliaia di persone se il piano di evacuazione elaborato dal governo italiano non dovesse avere successo. ma come National Geographic Secondo i rapporti, i ricercatori ritengono altamente improbabile un’epidemia di questa grave portata. Attraverso simulazioni sono riusciti a ricostruire solo l’eruzione del cratere Agnano nei Campi Flegraini circa 4.100 anni fa.

Tuttavia, in caso di eruzione di un supervulcano, i residenti nell’area potrebbero essere a rischio a causa delle colate di lava. Sono valanghe estremamente calde e veloci di cenere, gas e particelle di roccia che distruggono tutto sul loro cammino. Pertanto, l’evacuazione anticipata sarebbe l’unica misura preventiva possibile. Inoltre, più di 800.000 persone dovranno trasferirsi, almeno temporaneamente, a causa delle grandi ceneri.

Video: Agenzia France-Presse

Il vulcanologo non esclude un’eruzione massiccia: le conseguenze sarebbero devastanti

Giuseppe Matrolorenzo, uno dei principali vulcanologi dell’INGV, vede gli attuali terremoti come un possibile presagio di un’eruzione, forse anche di una massiccia eruzione. Una situazione del genere avrebbe conseguenze devastanti, sia per l’Europa che per il resto del mondo. Mastrolorenzo parla di una possibile eruzione dieci volte più potente di quella del Vesuvio del 79 d.C., che, tra l’altro, seppellì la città di Pompei sotto uno strato di cenere spesso un metro e uccise migliaia di persone. Una grande eruzione vulcanica potrebbe distruggere l’intera area di Napoli. La nube di cenere può estendersi fino a diverse centinaia di chilometri Alpi sollevare. Ciò avrà conseguenze disastrose per i raccolti europei, per l’economia e per il clima.

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Tuttavia, la maggior parte dei ricercatori ritiene improbabile uno scenario del genere. Tuttavia, ci sono alcune prove che suggeriscono che diversi recenti terremoti e sollevamenti del suolo potrebbero preparare un’altra eruzione. È probabile un’eruzione più piccola, forse vicino a Solvatara. È anche possibile che nel 1538 si sia verificata un’eruzione simile alla formazione del Monte Nuovo. Entrambe avrebbero un impatto diretto sulla vita della popolazione intorno a Napoli, ma forse non sull’Europa. “Al momento non ci sono dati che suggeriscano che il magma sia presente in prossimità della superficie”, spiega Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento di Vulcanologia dell’INGV. National Geographic.

Supervulcano in Italia: un’eruzione non può essere prevista in modo affidabile

L’attuale rischio di eruzione vulcanica viene valutato da diverse istituzioni in occasione di conferenze mensili sui disastri. Ma secondo il Dipartimento della Protezione Civile non è possibile prevedere con certezza quando, come, dove e per quanto tempo avverrà un’eruzione. A causa della complessa struttura dei campi flegranici possono verificarsi più eruzioni contemporaneamente.

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L’Italia ha un piano di evacuazione in previsione di una possibile eruzione vulcanica

Se un’epidemia è imminente, il piano di evacuazione prevede che i residenti delle zone particolarmente a rischio debbano lasciare l’area entro tre giorni. Saranno colpite circa mezzo milione di persone.

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