il virus è andato fuori controllo. La fontana prepara una serratura completa

Lombardia esplorane uno nuovo quarantena. Domani, al tavolo del governatore Atilio Fontana, verranno intraprese azioni per bloccare la regione. Altri 3.570 contagi registrati ieri, di cui 2.023 a Milano, impongono contromisure drastiche: coprifuoco dalle undici di sera alle cinque del mattino, liceali in casa, centri commerciali chiusi nei fine settimana, insufficiente seconda ondata del virus di febbraio. Il reparto di pneumologia di Saka è allarmante: “In ventiquattr’ore abbiamo finito i letti. Siamo di fronte a un quadro che sta diventando sempre più inquietante “. Da qui la necessità della compressione.

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Zona rossa

Il documento è stato studiato l’altro giorno. Il presidente Fountain sta dialogando con le organizzazioni di categoria, a partire da Asalambarda, che unisce le aziende, e determinando quale parte produttiva può continuare a operare. L’intenzione sarebbe quella di chiudere le attività che non sono ritenute necessarie. Tutto il resto è a casa. “La situazione si sta chiaramente deteriorando. Forse prima di quanto il meno ottimista di noi, il meno riduzionista avrebbe potuto pensare. Presto saranno necessarie misure davvero efficaci ”, avverte Massimo Gali, direttore delle malattie infettive di Saka. Stiamo lavorando di nuovo, in ospedale, a un ritmo molto duro. Sfortunatamente, date le tendenze, questo era prevedibile. Ma ora dobbiamo muoverci e fare del nostro meglio per cambiare la tendenza. La situazione sta diventando molto difficile, soprattutto a Milano. Chi non può uscire e limitare i contatti sociali strettamente necessari. Proteggiamo gli anziani dal Covid-19 “.

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Ieri il rapporto tra infezioni e strisci ha raggiunto il 16,7%, i pazienti in terapia intensiva sono aumentati a 242 (+11) e i ricoveri in Covid a 2459 (+133). Sono morte diciassette persone. Il progresso non si può fermare, e Milano è un focolaio così tanto che una settimana fa il sindaco Giuseppe Salò era pronto a dichiarare la città zona rossa. Armatura generale, non entri e non esci per cercare di fermare l’infezione. Ma il provvedimento è rimasto in un cassetto, il sindaco di polizia ha preferito attendere il decreto della Regione per evitare conflitti. Che ora è pronto per un blocco totale, necessario dal punto di vista sanitario, anche se costoso dal punto di vista economico. Ieri ristoratori, gestori di bar e pub, costretti ad abbassare le saracinesche, hanno manifestato a pochi passi dalla prefettura di Milano, mentre dal rapporto Asalambarda emerge che tra aprile e giugno in Lombardia i dipendenti sono 210mila in meno rispetto al 2019 Priorità temporale è la pressione su ospedali e ambulanze: se ieri tra Milano e Monza sono stati 325 gli interventi per motivi respiratori e infettivi, poi nella prima settimana di agosto sono stati compresi tra 80 e 95. Quindi più di tre volte.

SCELTA MORBIDA A BOLZANO

A livello nazionale, il numero di nuovi casi di Covid è sceso a 17.012, ma anche il numero di tamponi è in calo, 40.000 in meno rispetto a domenica. La percentuale di risultati positivi sui test è di circa il 13,6%, purtroppo le vittime sono ancora 141. Nel Lazio l’accoglienza supera la quota massima della prima ondata – 1599 pazienti non in terapia intensiva, nel periodo settembre-ottobre contro i 1468 del periodo marzo a giugno, ieri su circa 19.000 tamponi infettati erano 1.698, di cui 864 a Roma, e 16 morti. Cresce anche il numero di posti letto occupati in terapia intensiva: 123 su 227 disponibili e ricoverati – 1191 su 1500. Nel frattempo, regioni e province a statuto speciale stanno valutando misure per combattere la Covid, adottate dal governo per ridurre. In Trentino-Alto Adige, dove sono morte quattro persone e 434 nuovi positivi, i bar chiudono presto alle 20 e per i ristoranti alle 22, i cinema aprono e ospitano eventi fino a 200 persone. E gli impianti sciistici funzionano.

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Ultimo aggiornamento: 01:14


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