Cinema magnifico ed eccezionale con uno stato d'animo mutevole che lascia il pubblico con il fiato sospeso: questo è ciò che mostra il nuovo film con Penelope Cruz.
Ambiente: Una zona residenziale moderna (per l'epoca) alla periferia di Roma negli anni '70. Dopo solo poche inquadrature, diventa chiaro che i personaggi centrali stanno cercando di liberarsi dai costumi sociali di quest'epoca dominata dalla chiesa, dalla mascolinità e dai tradizionali ruoli di genere. Quando Klara gira per l'appartamento cantando con i suoi figli o si imbatte nella folla per strada e urla felice con sua figlia, quando Adriana, dodici anni, lotta con la sua identità di genere, si presenta ovunque come “Andreas” e si innamora di qualcuno. Una giovane ragazza proveniente da un insediamento operaio, quando un gruppo di bambini si perde in un labirintico sistema di canali, assume le trappole della ribellione e dello scoppio, che – nonostante ogni comprensione – alla fine sono destinati a fallire o almeno non appartengono (ancora Il tempo viene riadattato, in cui viene qui presentato con grande attenzione ai dettagli.
La produzione in generale: Fin dall'inizio, “L'Immensità” presenta con sensibilità questa famiglia afflitta da contraddizioni (una madre amorevole e depressa, un padre aggressivo e infedele e tre figli disorientati dalle nevrosi che li affliggono durante la crescita). Non sorprende vedere quanto siano pittoreschi – e spesso deprimenti – i dintorni nelle splendide composizioni fotografiche del fotografo Gergely Buharnok. Un'esperienza cinematografica per tutti i sensi, tanto affascinante quanto stimolante. E forse la Penelope Cruz più bella di sempre.
L'Immensità – Meine fantastische Mutter, Drama, R: Emanuele Crialese, I 2022, inizio: 27.7.