Denzel Washington: “Nemmeno io ero innocente”

Con la terza parte del film d’azione ‘Equalizer’, Denzel Washington festeggia il suo prossimo successo al botteghino. Ma anche se il due volte premio Oscar ha motivo di festeggiare, valuta se stesso e la sua vita con una distanza ironica.

Cosa ti ha motivato a realizzare il terzo capitolo di una serie d’azione che spedisce un nemico dopo l’altro nell’aldilà?

Innanzitutto, poter scattare con persone di cui mi fido. Poi c’erano gli spaghetti, il pesce e il mare. La nostra posizione era a 45 minuti di auto da Positano, sulla Costiera Amalfitana. Da oltre 30 anni trascorro quasi ogni estate in Italia con la mia famiglia. Questo servizio fotografico in particolare è stato magico. Il mio armadio era proprio sulla spiaggia e potevo sentire le onde e osservare gli uccelli tutto il tempo. Nel fine settimana siamo usciti per un buon pasto. Amo la cultura, il cibo e gli italiani. Forse ero me stesso nella mia ultima vita.

Ma come valuti questi ruoli in retrospettiva quando guardi il film finito?

Il punto è che non mi piace guardare i miei film finiti perché non ho a che fare con il passato. Li vedo solo per poter dire qualcosa su di loro nell’intervista. A parte questo, guardo soprattutto film perché imparo qualcosa da loro nel mio lavoro di regista. Inoltre, la mia opinione sui miei film come attore non avrebbe comunque importanza. Dipende da cosa pensa di lui il pubblico. Mi piace sentire direttamente le reazioni, ma questo succede solo in teatro, ed è per questo che mi piace stare sul palco. Nel cinema, l’unico indicatore che si ottiene è il successo al botteghino.

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