Da una pandemia di salute a una psicologica. E nessuno fa niente e viceversa

Powerofflowers tramite Getty Images

I negazionisti non sono quelli che negano l’esistenza virus, sarebbe una follia, ma chi nega le reali conseguenze.

Il danno causato dal virus non è solo sanitario, è una pandemia a bassa mortalità, ma il dato più rilevante e globale è che Covid lascia il segno nella storia, provocando cambiamenti radicali nell’uomo. nei comportamenti, nelle dinamiche relazionali ed economiche. Tutto ciò che rientra nel regno del socialismo è stato completamente sconvolto.

L’altro giorno ho incontrato un vecchio amico e ci siamo abbracciati istintivamente, rendendoci conto per un attimo di aver fatto un gesto sovversivo, sentendoci quasi fuori luogo. È incredibile come una persona riesca ad adattarsi all’isolamento, che ormai è fragile ma che rappresenta un modo per prolungare la vita, che è una questione fondamentale, garantendo la massima sicurezza ma non andando in blocco. . L’idea di bloccare nuovamente tutto sarebbe assolutamente criminogena e porterebbe a più morti del virus stesso.

Guardandomi intorno, noto che molte persone hanno disturbi comportamentali. Molti stanno vivendo grandi difficoltà e questa “pandemia psicologica” si è ormai diffusa in tutto il mondo. Le persone sono fuori controllo: paranoia, mitomania, paura ossessiva, stress, ansia, depressione mangiano le anime di molte persone, perché il nostro cervello è stato e è tuttora in uno stato di paure ataviche: malattia, morte, perdita del lavoro, isolamento sociale.

A ciò si accompagna una quasi ossessiva “iperpresenza” di scienziati, virologi e una nuova casta di personaggi televisivi che dettano le condizioni ei tempi della nostra esistenza senza titolo e senza adeguata profondità umana e spirituale.

Noto anche la totale assenza di intellettuali, grandi visionari, coloro che nel tempo sono riusciti a immaginare il futuro ea dargli direzione, senso. Tutti questi personaggi oggi tacciono. E anche il mondo dello spettacolo, del teatro, della letteratura e della cultura è in un silenzio assoluto. I giornalisti sentono parlare di testimonianze ossessive e inquietanti e spesso contraddittorie della realtà, mentre i politici trattano argomenti che interessano quasi sempre solo a loro, senza riuscire a togliere la propria gente dalla paura virale.

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La pandemia è diventata esplosiva e si percepisce nel mondo del cinema, che è rimasto stordito, congelato, spaventato dall’incapacità di esistere e immaginarsi. È stato interessante vedere le orecchie di Barber che venivano strappate a causa del primo Festival di Venezia dopo Kovid non c’era una rappresentanza adeguata di un Paese come il nostro, che è stato il primo in Occidente ad essere stato contagiato dal virus. Forse non erano d’accordo nella storia.

In Italia più di mille medici sono stati uccisi nel tentativo di salvare vite umane e, nonostante questi sforzi, in poche settimane abbiamo perso trentacinquemila persone senza nemmeno capire il perché. Tutto questo non fa parte della storia, e sembrerebbe incomprensibile, e rimane nella mente di tutti coloro che sono chiamati a svilupparsi da soli, ma è accompagnato da una cronaca quotidiana ossessiva, nevrotica e spaventosa che rispecchia fedelmente il numero di contagi.

Sembra quasi che ci sia un gusto sadico, l’intenzione di voler spaventare, di smettere di vivere, sembra quasi che si voglia punire, e tutto questo in assoluto silenzio.

Spero che nella cultura, nel cinema, nella letteratura, negli intellettuali ci sia la forza di alzarsi in piedi e smetterla di avere paura di dire quello che pensano, giusto o sbagliato, giusto o sinistro. Spero che abbiano il coraggio di stringersi la mano e poi pulirla con Amuchina, spero che abbiano il coraggio di guardarsi negli occhi a distanza di sicurezza e aprire la bocca perché ho abbastanza silenzio.

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