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Il Ministro aggiunto alla Cultura Claudia Roth (Partito dei Verdi) conversa con l'artista Manaf Halbouni durante la sua visita a Villa Massimo a Roma. Fotografia: Christoph Sator/DPA © Christoph Sator/DPA

Roth parla della chiusura dei Goethe-Institut

Il Ministro aggiunto alla Cultura Claudia Roth si è espressa a favore di un allentamento della decisione di chiudere le filiali del Goethe Institute in Italia. Nel corso di una visita a Roma, il politico verde ha espresso il suo “profondo disagio” per la decisione presa lo scorso anno e ora in fase di attuazione. “Le decisioni sono state prese”, ha detto allo stesso tempo, e sarebbe sbagliato cambiarlo di nuovo adesso. Ora dobbiamo cercare modi per mitigare le conseguenze.

Grande protesta

L'Istituto Culturale Tedesco, attivo a livello mondiale, in collaborazione con il Ministero degli Esteri ha deciso di abbandonare sedi in diversi paesi per motivi di costi. In Italia verranno cancellate le sedi di Genova, Torino e Trieste. Ciò comporta l’eliminazione di un quarto di un totale di circa 100 posti di lavoro. Ci sono enormi proteste contro questo. Anche il governo di destra italiano è impegnato a preservarlo.

Ora arrivano diverse offerte dalle città e dalle regioni colpite per sostenere la continuazione delle attività del Goethe-Institut. In uno degli incontri il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano Roth ha promesso di mettere a disposizione nuovi locali per il Goethe-Institut sia a Torino che a Napoli. Anche la presenza dell'istituto nel capoluogo partenopeo sarà notevolmente ridotta.

Ora si parla della possibilità che le autorità italiane ottengano finanziamenti da parte tedesca per avviare il progetto se le attività dell’istituto continuano. Oltre all'insegnamento delle lingue, ciò include soprattutto la promozione dello scambio culturale. Attualmente sono in corso discussioni tra l'istituto e i sindacati italiani su come procedere con i licenziamenti.

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L'Istituto Tedesco di Cultura conta attualmente 158 rappresentanti in 98 paesi. Il budget 2024 ammonta a 432 milioni di euro. Di questi, circa 232 milioni provengono dal governo federale. Verranno chiuse anche filiali in altri Paesi come Francia, Paesi Bassi, Brasile e Stati Uniti d'America. Anche lì ci sono proteste. dpa

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