700 anni di Dante: il simbolo dell’unità d’Italia – Opinione

Settecento anni fa, il 14 settembre 1321, Dante Alighieri moriva in esilio a Ravenna. In questa Giornata della Memoria si conclude in Italia una lunga serie di eventi: dalla Grande Esposizione al “Divina Commedia” Immagini associate a Forlì con la rappresentazione di una versione teatrale al Teatro di Pompei. Come se non bastasse, dall’anno scorso esiste “Dantedì”, festa in onore di Dante. Si celebra il 25 marzo, giorno in cui il poeta iniziò il suo viaggio immaginario negli inferi.

Gli eventi erano per un uomo, lui Italia Presumibilmente deve la sua lingua. Sono stati applicati anche a un’opera che si è rivelata una delle creazioni più durature e fruttuose della letteratura mondiale. Allo stesso tempo, Dante significa molto di più per la nazione italiana: nonostante tutte le differenze tra regioni, classi e schieramenti politici, è una figura simbolica di unità sociale, oscillante tra felicità e miseria, vizio e virtù, liberazione e disastro. Il viandante dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso è il medium con la cui guida la vita italiana può essere trasmessa ai regni superiori della metafisica.

Puoi persino ottenere un valore artistico aggiunto dalla corruzione

Hope for Unity si ispira all’immaginazione che può anche trarre valore artistico aggiunto dall’avidità, dalla corruzione e dall’ipocrisia: non solo il grande abbraccio, attraverso tutti gli opposti, e la grande immaginazione si uniscono, ma anche l’arte e il tribunale penale. La validità nazionale della “Divina Commedia” si basa sul fatto che si può essere sia molto cattivi che molto buoni allo stesso tempo. Alla fine ci sarà la redenzione.

Nessun altro paese europeo ha un poeta come Dante e con una storia di lavoro e influenza che risale al Medioevo senza interruzioni. I filologi di Goethe di oggi sono spesso critici del loro argomento. I filologi danteschi credono nella continuità. Allo stesso tempo, la “Divina Commedia” simboleggia la cosmologia cattolica e laica, questo aspetto della Bibbia e meravigliosamente connesso con la storia della società italiana. Evocare questa fusione di cultura nazionale e abilità scoperta costituisce il significato più profondo delle feste celebrate dal conte Cesare Balbo nella sua terra natale.

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Le feste di Dante dovrebbero mostrare “ci riabbracceremo”

Sembra una fatale conferma di questo desiderio di unità quando l’anniversario coincide con il fermento politico e culturale. Quando nel 1865 si celebrò il 600° compleanno di Dante, si celebrò la prima festa nazionale dopo l’unificazione e fondazione dello Stato quattro anni prima. L’anniversario del 1921 segnò il ritorno dell’Italia dalla “Grande Guerra”. Il festival del 1965, sebbene più filosofico, ha sottolineato l’ascesa del paese ai ranghi delle grandi nazioni del mondo. Gli anniversari sembrano sempre coincidere con il “risorgimento”, la “resurrezione”.

Così è stato anche quest’anno, dopo la grave crisi economica del Paese, in un momento in cui per la prima volta sembrava possibile porre fine all’epidemia con l’inizio delle vaccinazioni: quando l’attore e regista Roberto Benigni a marzo al Quirinale , il palazzo presidenziale di Roma, che si è messo davanti alle telecamere per iniziare i festeggiamenti, ha dichiarato che Dante stava dicendo agli italiani: “Che riabraceremo” – “Ci riabbracceremo”. E chi lo sa, forse lo è davvero.

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