Summit G20 in India: vittime della multipolarità

DottIl G20, nato nel 2009 durante la crisi finanziaria globale, è stato un tentativo di integrare i più importanti paesi emergenti nel sistema globale, che all’epoca era ancora in gran parte dominato dall’Occidente. Per un po’ la cosa ha funzionato, anche se gli accordi all’interno di tali associazioni erano talvolta ambigui.

Ma ora il gruppo potrebbe diventare una delle prime vittime di alto profilo del nuovo multipolarismo. Le tensioni sorte tra l’Occidente da un lato e la Russia e la Cina dall’altro dopo l’attacco di Putin all’Ucraina saranno probabilmente nuovamente evidenti al vertice che si terrà a Nuova Delhi questo fine settimana. Se i padroni di casa indiani non riusciranno a presentare un annuncio finale, sorgeranno seri dubbi sul futuro del formato.

Integrazione dei campi

Ciò è anche legato al fatto che ora entrambi i campi hanno le proprie associazioni. Il G7, originariamente uno scambio informale di idee su questioni economiche tra le principali nazioni industriali dell’epoca, è diventato un’alleanza delle democrazie occidentali in cui vengono coordinate anche le misure contro Russia e Cina.

D’altro canto, è soprattutto Pechino che cerca di espandere le organizzazioni rivali, come è stato recentemente osservato al vertice BRICS in Sud Africa. Il fatto che Xi Jinping non venga a Nuova Delhi non riguarda solo le difficili relazioni India-Cina. È anche un’espressione di disinteresse verso un evento fortemente influenzato dall’Occidente, soprattutto dagli Stati Uniti.

Il fatto che ci sia opposizione non solo alla guerra in Ucraina, ma anche alla protezione del clima e al debito dei paesi in via di sviluppo, conferma ancora una volta che l’Occidente è sulla difensiva a livello internazionale su molte questioni. Soprattutto a Berlino, questo non ha ancora raggiunto tutti. Tuttavia, limiterebbe ulteriormente la portata della politica estera tedesca.

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