Secondo gli esperti, ai cambiamenti climatici ha contribuito la diffusione di terribili epidemie nell’antica Roma

San Sebastiano chiede a Cristo la vita di un becchino colpito dalla peste (Jossie Levirinx, 1497-1499 ca.)
Lorenzo Pasqualini Lorenzo Pasqualini meteorite italiano 4 minuti

La storia dell’umanità è piena di terribili epidemie, Che fece un gran numero di vittime e decimò letteralmente la popolazione. L'umanità non è stata ancora in grado di godere degli enormi progressi nella scienza e nella medicina, e Scoperta dei vaccini – che ha salvato un gran numero di vite negli ultimi secoli – Era ancora lontano.

Una delle epidemie del passato Peste di Giustiniano nel VI secolo d.C. La peste, secondo lo storico bizantino Procopio, “annientò quasi tutta l'umanità”. Si stima che la peste bubbonica abbia ucciso decine di milioni di persone nella regione del Mediterraneo La popolazione dell'Impero Romano fu ridotta della metà. Altre epidemie avvenute nei secoli successivi, ad es. B. Quelli avvenuti nel XIV secolo decimarono ulteriormente la popolazione europea.

Le più antiche epidemie documentate nella storia umana sono quelle verificatesi durante l'Impero Romano: tra cui la peste antonina (dal 165 al 180 d.C. circa), la peste di Cipro (dal 251 al 266 d.C. circa) e la prima epidemia di peste bubbonica (ca. 251-266 d.C.) 541-766 d.C.), nota come Peste di Giustiniano.

Epidemie nell’Impero Romano e cambiamenti climatici

Solo uno dentro Progresso della scienza Porta lo studio pubblicato Diverse le epidemie avvenute nell'Impero Romano tra il 200 e il 600 d.Clegate al cambiamento climatico in quel momento. Gli scienziati hanno scoperto che i periodi di clima freddo e secco Nella penisola italiana Coincise con gravi epidemie nell'impero. Questo, secondo la rivista Scientifico americanoCiò potrebbe indicare che il cambiamento climatico ha messo a dura prova la società romana facilitando la diffusione di tali epidemie.

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Ricercatori Ha ricostruito i livelli di temperatura e precipitazione dal 200 a.C. circa. A 600 mt Dagli archivi dei sedimenti marini dell'Italia meridionale e documentate fasi di instabilità e raffreddamento a partire dal 100 d.C. circa, ma soprattutto dopo il 130 d.C. circa.

Secondo gli autori, periodi di freddo estremo tra il 160 e il 180 d.C. circa, tra il 245 e il 275 d.C. circa e dopo il 530 d.C. circa, sono associati a malattie epidemiche, indicando che lo stress climatico è legato all’interazione di variabili sociali e biologiche.

L’importanza della dinamica tra ambiente e malattia nelle civiltà del passato lo sottolinea La necessità di includere la salute nella valutazione del rischio del cambiamento climaticoAggiungono i ricercatori.

Il raffreddamento del clima non è stata la causa diretta delle epidemie

Il coautore dello studio Kyle Harper sostiene nella rivista le scienzeQuale Le epidemie non sono direttamente collegate al calo delle temperature. Cioè, il raffreddamento del clima in quel momento. È stata consolatama forse a causa dei disordini (come la diminuzione delle scorte di cibo, la diffusione di ratti, zanzare e altri parassiti) causati da questi cambiamenti climatici nella società romana.

Il raffreddamento del clima non causerebbe direttamente pandemieMa avrebbe creato tensioni destabilizzanti negli ecosistemi e nelle società e avrebbe aperto scappatoie attraverso le quali avrebbero potuto penetrare gli agenti patogeni responsabili di queste terribili epidemie.

Quelli:

Karen AF Zonneveld et al. (2024): Cambiamenti climatici, società e malattie epidemiche nell'Italia romana tra il 200 a.C. e il 600 d.C. Progresso della scienza. https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adk1033

Informazioni su Le Science: https://www.lescienze.it/news/2024/01/30/news/clima_peste_impero_romano-14923689/

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