il nuovo potere nel tennis

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Una luce splendente nel tennis italiano: Jannik Sinner, 22 anni. © Lluis Gene/afp

Il colpo di stato dell'Italia in Coppa Davis si basa principalmente sulle allettanti opportunità a disposizione dei giovani talenti nel proprio Paese

Naturalmente la Coppa Davis non è più quella di una volta. Non è più prevista una partita casalinga per una delle due nazioni finaliste, ma un torneo finale. Non esistono partite da cinque set, ma solo partite da tre set. Ci sono anche solo due singole e una doppia. E tutto si decide in un solo giorno – e non più, drammaturgicamente più prezioso, in un lungo weekend di tre giorni.

Il peccatore, la polena

Eppure: esistono ancora le grandi storie della più antica competizione sportiva nazionale. Proprio come quest'anno, quando l'Italia ha avuto l'ultima parola nella stagione. Sì, l'Italia. Non uno dei grandi paesi del tennis del passato, una nazione del Grande Slam, un altro plurivincitore. Ma quando domenica sera gli Azzurrini hanno festeggiato la loro seconda vittoria della loro storia dopo quella del 1976 sul campo centrale di Malaga, la sorpresa è stata solo mezza. Perché gli italiani hanno ciò che manca a molti paesi più grandi e ricchi: tanti giocatori giovani e affamati. Un panorama di tornei ben funzionante, un’infrastruttura tennistica ben sviluppata, una squadra affiatata. E una nuova superstar internazionale: Jannik Sinner (quarto nel ranking mondiale). Forza Italia, Forza Peccatore.

“È incredibile quello che abbiamo realizzato”, ha detto il 22enne altoatesino che, dopo la sua impressionante prestazione ai Campionati del mondo ATP, ha fatto un'altra impressionante volata finale al torneo di Coppa Davis. Alla fine è stato Sinner ad assicurarsi il punto decisivo con una vittoria impeccabile per 6:3, 6:0 sull'australiano Alex de Minaur. Che offensiva autunnale per Sinner, che ha vinto 20 delle sue ultime 22 partite, ma soprattutto una negli ultimi metri, nella semifinale di Coppa Davis contro il superuomo Novak Djokovic. Con il punteggio di 4:5 e 0:40 nel terzo, decisivo turno, il “Barone Rosso” italiano ha respinto tre match point di fila, un'impresa che contro il 36enne serbo non era mai riuscita a nessuno. E questo allo stesso tempo ha evitato l'eliminazione dal torneo.

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Ma la Coppa Davis è sempre un lavoro di squadra, e la vittoria di una coppa è un puzzle che richiede anni per essere ricomposto. Proprio come avveniva ai tempi d'oro della Germania o della Svizzera, con Boris Becker e Michael Stich così come Roger Federer e Stan Wawrinka. Il colpo di stato italiano si basa soprattutto sulle allettanti opportunità che i giovani talenti hanno a disposizione alle loro porte. Solo quest'anno – oltre agli eventi del circuito come il Masters di Roma – si sono svolti ben 23 tornei Challenger dall'Alto Adige alla Sicilia.

Matteo Arnaldi, il secondo giocatore individuale a segnare il primo punto vincente nella finale di domenica, ha giocato non meno di 18 competizioni Challenger nel suo paese nel 2022 e si è fatto strada nella top 100. Ricompensa anche allora: la partecipazione alle NextGen Finals di Milano. Arnaldi è ora al 44esimo posto nella classifica ATP, uno dei sei italiani nella top 100.

I primi dieci potenziali

Con l'infortunato Matteo Berrettini, finalista di Wimbledon 2021, e Sinner, gli italiani avevano già due forze da top ten. “L’Italia mostra in molti modi come bisogna organizzarsi nel tennis”, ha recentemente rimarcato Boris Becker, italiano d’adozione, “il successo dei singoli giocatori o della squadra non arriva per caso”.

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