SQuesto soprannome descrive perfettamente l’ex presidente italiano Giorgio Napolitano e la sua eredità. Per alcuni era chiamato “Sir George”: aveva l’aspetto distinto di un nobile britannico, parlava un inglese fluente ed emanava uno stile aristocratico nel suo abito doppiopetto e cappello Borsalino. Altri chiamavano Napolitano “Il Principe Rosso” o “Re Giorgio”. Il primo si riferiva al suo passato rosso, e quindi comunista. Quest’ultimo ha fatto riferimento alla sua posizione di presidente, che ha esercitato in modo più interventista rispetto a tutti i suoi predecessori, così come al suo successore. Una carica che mantenne per quasi nove anni, più a lungo di qualsiasi altro capo di Stato della Repubblica Italiana, anche se nel giro di pochi giorni sarebbe stato superato dal suo immediato successore Sergio Mattarella.
Giorgio Napolitano è nato il 29 giugno 1925 a Napoli. Nella sua città natale studiò giurisprudenza all’Università Federico II e aderì ai “Gruppi Universitari Fascisti” (GUF). I gruppi universitari fascisti erano l’organizzazione studentesca del partito di Benito Mussolini. Nella sua autobiografia, pubblicata nel 2005, Napolitano descrive così la sua affiliazione alla RUF: “In effetti questo fronte serviva da terreno fertile per le energie intellettuali antifasciste, ed era convincente e in una certa misura tollerato”. Si perdonò per i suoi peccati politici giovanili, passando facilmente dai fascisti al Partito Comunista Italiano sotto Palmiro Togliatti (1893-1964) nel 1944. Come uno dei discepoli di Togliatti, Napolitano divenne segretario del KPI di Napoli e Caserta nel 1945. .