Il gioco del lancio delle lattine di Gladbach: Roberto Boninsegna compie 80 anni

È stata la serata più importante per la grande squadra di puledri del Gladbach. L’Inter campione d’Italia viene sconfitta 7-1 nella competizione del campionato nazionale al Bökelberg, il Borussia, guidato dal suo Zampano Günter Netzer, gioca in maniera frenetica. Ma è stato tutto inutile. Questo meraviglioso pezzo di calcio è stato svalutato, la UEFA lo ha cancellato perché è volata una lattina di Coca-Cola.

Che follia! Una lattina decide tra la vittoria e la sconfitta! Nessun regista al mondo, nessuno che faccia commedie, nessuno che sia un maestro della suspense e nessuno che abbia padroneggiato il melodramma può immaginare qualcosa del genere. Succede solo nel calcio. L’uomo che giocò il ruolo principale il 20 ottobre 1971, quando, come dice la cronaca del club del Gladbach, accadde “la madre di tutte le partite del Borussia”, aveva ormai 80 anni: Roberto Boninsegna.

Al 28′, la lattina minacciosa, che ora ha un posto di rilievo nel museo del club del Gladbach, volò e toccò l’attaccante dell’Inter. O no? In ogni caso cadde a terra e fu portato fuori dal campo, le foto di Boninsegna sulla barella sono storia del calcio.

L’Inter ha presentato reclamo, che è stato ascoltato. La partita fu annullata, l’Inter vinse il ritorno a Milano 4-2, il replay a Berlino finì 0-0, con Boninsegna, tra tutti, che ruppe una gamba al difensore del Gladbach Luggi Müller in un duello.

“So che in Germania nessuno mi ha mai creduto, ma dopo tutti questi anni giuro su tutto ciò che mi sta a cuore che sono stato davvero colpito. Il pubblico era molto vicino e quando ho raccolto la palla sulla linea laterale sono volate diverse lattine di Coca-Cola. Uno mi ha colpito forte alla nuca. “Anche il delegato francese della UEFA è stato testimone nello spogliatoio quando ha visto la mia ferita sanguinante alla testa”, racconta ora Boninsegna a “Kicker” in un’intervista per il suo compleanno.

“Inoltre, avevo già segnato l’1-1 ed era 1-2 quando è successo l’incidente, quindi è stato un buon risultato per la trasferta. Perché dovrei agire lì? “Non sono mai stato il tipo che fa una cosa del genere. Quando ero a terra, un difensore aveva fatto un ottimo lavoro”, aggiunge.

Il fatto che Boninsegna sia stato poi ingaggiato come attore per una miniserie dal regista Salvatore Nocita, tifoso dell’Inter, è la bizzarra battuta finale della vicenda, che per il Borussia è allo stesso tempo la più grande e la più triste della sua storia. Ma se non esistesse Boninsegna e il gioco del lancio delle lattine, mancherebbe anche una parte del mito Borussia. Quindi potete almeno immaginare la perdita di 7:1. Oppure si può credere a Boninsegna, che dice: “È la pura verità, sono troppo vecchio per mentire”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto