Restauro, superamento del veto di Polonia e Ungheria: “Compromesso con la presidenza tedesca”. Conte: “Sguardo positivo, ma attenzione”

Dopo quasi un mese stalla, fa appello alle responsabilità e alle discussioni su qualunque “Piani B” ciò dividerebbe ulteriormente l’Europa,, Polonia è Ungheria sembrano pronti a vincere diritto di veto sul prossimo bilancio dell’Unione a cui Fondo di recupero 750 miliardi di cui l’Italia è il principale beneficiario. Anche se non è ancora chiaro se il resto dell’UE dovrà essere abbandonato. Conrad Szymaski, Il ministro polacco per i rapporti con l’Unione europea ha infatti chiarito che “la presidenza tedesca ha concordato con l’esecutivo polacco e modificato il contenuto del provvedimento“Per quanto riguarda il meccanismo condizionalità dello Stato di diritto, sfidato da due paesi del blocco di Visegrad. Per il Primo Ministro Giuseppe Conte, “Possiamo vedere un raggio positivo nei negoziati”. Anche presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è detto “fiducioso che si possa trovare un accordo su un pacchetto comune che consentirà la rapida attuazione del Movimento per la libertà 2023-27 e del Fondo per la ripresa”.

Secondo Financial Times stiamo lavorando a una “regola di spiegazione” che consenta all’UE di non abrogare la condizione ea Victor Orban è Mateusz Morawiecki per ottenere (in casa) una vittoria politica uscendo dall’angolo in cui si trovavano dopo che Bruxelles ha iniziato a sviluppare un piano alternativo per il Fondo di riabilitazione “25”. Sebbene Orban abbia sostenuto di non aver bisogno di fondi sanitari, che sono “solo prestiti”, entrambi i paesi sono ogni anno tra i maggiori beneficiari di fondi europei, e l’abbandono dell’intera torta sarà un boomerang.

In mattinata il vice primo ministro polacco Yaroslav Govin, citazioni Bloomberg, ha parlato dell ‘”accordo tra Varsavia, Budapest e Berlino”, che detiene la presidenza del Consiglio Ue. “Credo che l’accordo potrebbe includerne altri 24 capitali europeeVenerdì, alla fine del Consiglio europeo, contava. La svolta è arrivata alla vigilia dei più importanti Consiglio europeo ha chiesto discussioni sul coordinamento del Covid 19, ma anche ulteriori azioni a seguito del rifiuto di Budapest e Varsavia di collegare i finanziamenti europei a rispetto dello Stato di diritto. Né la Germania né i capi di governo di Ungheria e Polonia hanno commentato la notizia. Govin, che era il più grande sostenitore della rinuncia minaccia di veto da parte della Polonia, si è rifiutata di entrare nei dettagli, dicendo solo che conserva “una Polonia sovrana e un’unica UE”.

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Il presidente del Consiglio italiano nel suo intervento al Senato, tenendo conto del Consiglio europeo, ha voluto dare un’attesa: “Vi aspetto obbediente, ma con la massima cautela che nelle ultime ore possa sembrare che ci sia un’apertura positiva nei colloqui stai attento perché fino alla fine stiamo aspettando di leggere l’offerta una dichiarazione esplicativa condivisa dai due paesi in merito alla condizionalità dello Stato di diritto. Non si può assolutamente rinunciare a quanto già riconosciuto e confermato su questo tema, sarebbe assolutamente incompatibile con gli obiettivi ei principi già dichiarati “.

Ieri Orban, dopo quello portavoce del gruppo PPE al Parlamento europeo Manfred Weber si è aperto alla sua espulsione dal partito, gli scrisse una lettera affermando che lo voleva rilassare la relazione tra il suo partito Fidesz e un gruppo del Partito popolare. Una lettera pubblicata su un giornale Non male, parla di “disaccordi di interessi e problemi di comunicazione” tra gli eurodeputati di Fidesz e il presidente del gruppo, in modo che in futuro dovremo stringere un rapporto meno stretto. Fidesz è stato espulso dal PPE per 2 anni e Orbán lo fa ulteriormente il primo passo per uscire.

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