Quando eseguire i test sierologici, quando viene eseguito un test rapido e quando è necessario uno striscio

C’è grande preoccupazione ed eccitazione per l’emergenza coronavirus e spesso c’è confusione su quali test devono essere eseguiti per diagnosticare l’infezione da Covid-19 o forse per rilevare l’eventuale immunità raggiunta. Chiariamo quindi cosa fare tra i test disponibili, come funzionano, perché sono necessari e quando uno striscio è obbligatorio.

Non tutti i test sono adatti a tutti i pazienti: alcuni si sono rivelati uno strumento importante per tracciare la diffusione della malattia, ma ognuno ha un proprio scopo e tempo in cui condurlo.

Come funzionano i test per l’identificazione del coronavirus

Il test di benchmark per Covid-19 è tampone molecolare: è molto sensibile e viene eseguito su materiale genetico virale estratto dal naso e dalla faringe, realizzato con un batuffolo di cotone, dal quale si preleva un campione di mucosa delle prime vie respiratorie. Lo striscio viene quindi processato in un laboratorio di biologia molecolare per determinare la possibile presenza di frammenti di RNA Sars-Cov-2. test molecolare o “striscio” rimane il punto di riferimento per la diagnosi di SARS-CoV-2.

Poi c’è test sierologico che rileva dagli esami del sangue gli anticorpi (IgA, IgG e IgM) prodotti contro il coronavirus Sars-Cov-2. Questi test sono molto utili per dimostrare la prevalenza dei virus nella società e fornire informazioni utili sulla salute pubblica.

A questi due strumenti diagnostici erano nelle vicinanze IO. analisi della salivache funzionano come tamponi, senza bisogno di esame, che per molti è invasivo e sicuramente sgradevole. Finalmente io test rapidi test in cui un tampone faringeo viene trattato mediante immunofluorescenza per rilevare le nucleoproteine ​​SARS-CoV-2: una tecnica meno raffinata ma più veloce che produce risultati in 30-40 minuti. Possono quindi essere utili in un contesto specifico, ad esempio per una rapida visualizzazione da parte di molte persone (ad esempio, nei porti, negli aeroporti e persino a scuola).

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Quale test e quando farlo

buffer funziona sul lato positivo una recente circolare del Ministero della Salute in quei soggetti che hanno avuto stretto contatto con persone in cui lo striscio è risultato positivo, e dopo la quarantena hanno sviluppato sintomi, anche lievi. Per un tampone asintomatico non è richiesto, ma può abbreviare il periodo quarantena. Infatti, chi rimane asintomatico può essere messo in quarantena con un test negativo, sia molecolare (striscio) che antigenico 10 giorni dopo il contatto con il positivo identificato.

Se il risultato del test è positivo, la quarantena diventa Isolamento domestico, cioè separazione fisica da tutte le altre persone (in un ambiente diverso o in stanze diverse della casa). Indipendenza asintomatico l’isolamento dura dieci giorni, poi si può fare un nuovo striscio: in caso di esito negativo si può uscire dall’isolamento. La perdita del gusto e dell’olfatto, che può persistere nel tempo, è esclusa dai sintomi. D’altra parte, i momenti positivi in ​​cui si sviluppano sintomi gravi sono gestiti più da vicino dall’ASL e possibilmente dagli ospedali locali.

Se i test rilevano Sars-Cov-2, fonte

sono test sierologici sono indicati se non si è entrati in contatto con una persona positiva ma si vuole verificare lo stato del sistema immunitario: la presenza di questi anticorpi indica che il paziente è stato esposto ad uno specifico patogeno. I diversi tempi di comparsa delle diverse classi di anticorpi (immunoglobuline IgM, IgA e IgG) e la loro evoluzione sono infatti un vero indicatore che conferma la presenza di un’infezione in corso o che è stata in passato. Là Età anti2019-nCov, questi sono gli anticorpi che sono i primi durante la risposta immunitaria e sono quindi un segno infezione durante il processo. IgM anti2019-nCov, sono gli anticorpi che compaiono nel siero dei pazienti dopo l’esposizione iniziale all’antigene (di solito non prima di 10 giorni), e quindi la loro presenza indicainfezione recente. IgG anti 2019-nCov, iniziano a formarsi circa 15 giorni dopo l’esposizione iniziale all’antigene e quindi la loro presenza indica si è verificata l’immunità contro le malattie.

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I test sierologici sono infine suddivisi in test presto (ad esempio dito) che indica solo la presenza o l’assenza di alcune immunoglobuline nel sangue e test quantità, è più sensibile e affidabile perché grazie al prelievo di sangue mostra anche la quantità di immunoglobuline nel paziente.

Quanto sono affidabili i test

È bene chiarirlo subito test sierologico questo non è determinante per la diagnosi di un’infezione in atto perché l’assenza di anticorpi non preclude la possibilità di infezione in una fase precoce con relativo rischio che la persona, nonostante un test sierologico negativo, sia contagiosa.

Pertanto, se un risultato positivo deve essere confermato da uno striscio, attualmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale e organizzato dalla ASL o dall’ospedale, per verificare se il contagio persiste, un risultato negativo non vuole escludere una possibile infezione.

Dubbi sono sollevati anche dai test rapidi: il Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università degli Studi di Padova, guidato dal professor Andrea Chrysanthi, ha riportato i risultati di uno studio del test rapido dell’antigene Abbott regione Veneto, secondo cui 3 punti positivi su 10 possono essere negativi e continuare a diffondere l’infezione senza controllo.

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“I test rapidi non riconoscono tre dei dieci aspetti positivi”

Anche nel Lazio, dove i test antigeni sono ormai doganali, il documento di Spalanzani solleva dubbi ancora più seri sull’efficacia degli strisci rapidi, questa volta Sd Biosensor: il test “Standard Q Covid-19 Ag” riporta una sensibilità molto bassa, 21,95 %, molto inferiore a quanto dichiarato nel rivestimento del produttore, superiore all’80%.

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