Perdita di fondi: dai bar agli hotel, se l’aiuto è automatico e se no

ManutenzioneUna pandemia

Il calcolo del contributo intreccia codici, zone e coefficienti Nace dal 50 al 400 percento. Il responsabile sta lavorando a “Ristori-ter” e stanzia altri 4 miliardi per il 2023, attivabili tramite Dpcm

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Il calcolo del contributo intreccia codici, zone e coefficienti Nace dal 50 al 400 percento. Il responsabile sta lavorando a “Ristori-ter” e stanzia altri 4 miliardi per il 2023, attivabili tramite Dpcm

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Il contatto con carta e penna sarà spesso inevitabile. L’accredito automatico del nuovo contributo gratuito, che ora viene effettuato dal reddito domestico, non elimina la complicazione del meccanismo, che lavora su zone, codici e rapporti di Ateco, e che richiederà comunque a molte aziende di richiedere assistenza.

Tra coloro che dovranno inviare la domanda per via telematica all’Agenzia, ci sono tutti coloro che per un motivo o per l’altro non hanno ricevuto il primo fondo perduto di 6,5 miliardi previsto dal decreto di riavvio (D.Lgs 34/2020), e ora hanno diritto a un nuovo aiuto di 2,5 miliardi da Ristori Dl (Dl 137), già rivisto da Ristori-bis (Dl 149). A cominciare da chi non ha chiesto nemmeno il primo soccorso perché non è stato accolto (circa 1.600 aziende con un utile di oltre 5 milioni all’anno) o perché non ha fatto domanda, pur avendone diritto per negligenza o incomprensioni.

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Poi c’è chi ha fatto domanda, ma ha visto che è stata rifiutata per un errore – ad esempio entrando in Iban – e ora può rivolgersi al reddito per autoconservazione. Per loro, in attesa della chiusura del processo sul vecchio contributo, sarà comunque richiesta di un “nuovo” ristoro. In una nota dell’11 settembre, l’Agenzia ha detto a Mefu che le domande di “rischio” (quindi sono soggette a controllo manuale) costano 128 milioni di euro, che possono corrispondere istantaneamente da 40 a 60mila.

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Fatturato e quote di aprile

Oltre a questi articoli, ci sono aziende che tecnicamente non esistevano ancora al 30 aprile. Quelle che sono state aperte successivamente, ma anche quelle che hanno rilevato aziende esistenti. Questo può essere, ad esempio, in chi ha acquistato il negozio il 13 giugno e potrà richiedere un nuovo contributo, utilizzando come parametro la riduzione di fatturato registrata ad aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 dal negozio precedente (vedi Esempi).

Molti criticati per l’arbitrarietà del consolidamento del fatturato di aprile. Se avesse senso in una primavera urgente – si diceva – servirebbe oggi un parametro più oggettivo. Inoltre il riferimento ad aprile rischia di perpetuare eventuali pause felici (l’azienda che ha venduto l’auto nel 2019 pagando molto) o fallimento (l’azienda che nell’aprile 2020 ha scoperto il conto per alcuni lavori importanti dei mesi precedenti e da allora è rimasta ferma) ).

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