Non chiudo il Milan. Tensioni nelle regioni

Braccio di ferro da Giuseppe Conte con i presidenti della regione che continuano e assorbono la confusione nel governo, dove linee e proposte si intrecciano l’una contro l’altra. La combinazione di idee e richieste è iniziata ieri mattina e proseguirà oggi con un incontro regolare dei governi-regioni, seguito da un nuovo round con i capi delle delegazioni. Tempi brevi, ma solo sulla carta, visto che alle 12 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha promesso di andare alla Camera per dire che intende investire dpcm prima di firmare. Il cambio di passo che avrebbe accompagnato la nascita della “cabina di regia” con cui la maggioranza e l’opposizione avrebbero dovuto confrontarsi se il centrodestra non avesse respinto l’invito del mittente.

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“Non saremmo noi a togliere le castagne dal fuoco di Conte”. Tuttavia, la capogruppo FI Maria Stella Gelmini non è l’unica a pensare che il presidente del Consiglio sia ora in difficoltà, intrappolato tra un ministro della Salute allarmato, divergenze di gran parte dei partiti e 14 presidenti della regione di centrodestra che chiaramente non intendono abbassare la testa. Gli incontri con i governatori diventano così una sorta di lungo sfogo durante il quale ascoltano i ministri Boch e Speranz, che nei loro appunti riportano anche l’idea di Liguria, Lombardia e Piemonte da cogliere degli anni Settanta.

Nonostante la pressione, Conte non esita a firmare un nuovo dpcm, e con ogni probabilità prenderà anche oggi una giornata per pesare le misure che ritiene debbano essere calibrate sul territorio. I presidenti delle regioni, tuttavia, non sono pronti ad assumersi la responsabilità della chiusura dell’intera regione o della creazione di zone rosse. E non è un caso che a tarda notte il tavolo del confronto sia ripreso. La proposta che il governo può fare oggi è quella di rendere obbligatoria la chiusura di alcune zone se l’indice Rt, la percentuale di positivi sui tamponi e la percentuale di occupazione dei letti devono superare una certa soglia, come previsto nel piano con i Quattro Scenari del Ministero. La repressione dovrebbe includere anche la chiusura di tutte le attività alle 18:00 (come richiesto dal CTS). Una sorta di coprifuoco: senza una buona ragione legata al lavoro o alla salute, non potrai uscire di casa. Renzi continua a resistere, poiché Lei sfida l’apprendimento a distanza per tutte le scuole superiori e la terza classe media. La “chiusura dei musei” è annunciata in tv dallo stesso ministro Franceschini, e il blocco della mobilità tra le regioni è annunciato ufficialmente da Franco Locatelli, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

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Ma il vero nodo è legato al principio di fondo che Conte e Speranza vogliono sancire con le Regioni, con i criteri scientifici che portano alla chiusura automatica senza giudizio. Per saperne di più: l’altro giorno nel rapporto di controllo sulla tendenza all’ottenimento dei dati è stato scritto che ci sono già 11 regioni ad alto rischio. Questa valutazione riunisce una serie di fattori riguardanti non solo la RT (che in Lombardia e Piemonte è già superiore a 2), ma anche il numero di posti letto occupati e la capacità di tracciare i positivi. Inoltre, per innescare l’impegno a “chiudere le regioni”, dovrai trovarti in questo stato di “alto rischio” per le prossime tre settimane. Stabilendo criteri scientifici che di fatto erano già stati trasmessi alla regione quando il documento è stato scritto, garantisce che i governatori non possano fare marcia indietro. Dove il virus funziona – e precisamente in Piemonte, Lombardia, Calabria, Valle d’Aosta, Bolzano, per citare l’esempio delle zone con RT-2, ma ci sono difficoltà in Liguria – la chiusura di negozi, bar e ristoranti sarà automatica per tutto giorno, l’uso del lavoro intelligente nella pubblica amministrazione: in effetti è una specie quarantena regionale. Il dato di ieri, che risente sempre dell’esiguo numero di strisci tipico del fine settimana, non ci lascia soli: il numero di nuovi contagi diminuisce di 29.907, ma meno del giorno precedente di test, di 183.457. Ad oggi la percentuale positiva è molto alta – 16,3 percento ed è un campanello d’allarme. Cresce costantemente il numero dei reparti di terapia intensiva occupati, altri 96 ieri, mentre sono morte 208 persone.

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Ultimo aggiornamento: 02:36


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