Il “Corriere dello Sport” è lungo 40 pagine, 37 delle quali dedicate allo sport, tre – diciamola così – al resto del mondo. I Mondiali di Sci Alpino 2023 a Cortina d’Ampezzo devono ancora essere cercati con una lente d’ingrandimento in questo conglomerato. Su 29 pagine di copertura calcistica segue un tennis in doppia pagina con l’Australian Open e lo scambio di botte italiano tra Fognini e Carruso, che il primo vinse con 14/12 nel tie-break del quinto set. Anche il ciclismo, il basket e la pallavolo giocano un ruolo più importante dello sci alpino. Ma ehi, cosa c’è? Mezza pagina di sci a pagina 33 – meno dominata dalle marce trionfali di Lara Gut-Behrami e Vincent Kriechmayr che dal lamento per la modesta prestazione della “Squadra azzurra”.
Alla “Gazzetta dello Sport” rosa mancano cinque pagine per Cortina, ma solo dopo una marea di calcio. È di gran lunga lo sport numero uno in Italia.
Il “Corriere delle Alpi” propone una foto su due colonne di Kriechmayr con i suoi colleghi e allenatori, guarnita da una bandiera rosso-bianco-rossa. “I due SuperG incoronano Kriechmayr e Gut”, titolava il quotidiano bellunese. E: “Parigi è sul podio da molto tempo ed è arrivato quinto.” Dominik Paris, il campione in carica detronizzato è stato il miglior italiano nel primo giorno di gare di questa Coppa del Mondo. Per le padrone di casa, la gara di apertura si è conclusa con un’amara delusione e un decimo posto per Federica Brignone, davanti a Marta Bassino.
Brignone ha poi lasciato che la sua frustrazione si liberasse in frizzanti donazioni di parole. “La neve è soffice e la pista è facile”, ha criticato il vincitore assoluto della Coppa del Mondo in carica alla Tofana locale. Una volta in movimento, non avrebbe mollato. La Brignone ha espresso a “Il Gazzettino” il suo rammarico per la mancanza di spettatori e per l’atmosfera da Coppa del Mondo. “La depressione arriverà”. Inoltre, il quotidiano regionale mostra una foto di Miha Hrobat che viene trasportato via con l’Akija durante il Super-G.
Una storia positiva sembra diversa. A Vincent Kriechmayr non importa. Ha la sua medaglia d’oro. E nessuno potrà portarglielo via.