Le carote hanno trovato un enzima senza il quale i suoi benefici sono molto inferiori

Autore: Jacqueline Macou, Pixabay, 673184

Che le carote facciano bene al corpo umano è confermato da diversi studi, ma per ottenere questi benefici è necessaria l’attività di un enzima che può essere più o meno attivo nel nostro corpo a seconda di determinati cambiamenti genetici.
Questa è una scoperta molto interessante fatta da un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze alimentari e nutrizione umana dell’Università dell’Illinois.

Il beta-carotene nelle carote viene convertito in vitamina A.

Le carote fanno bene perché queste verdure contengono beta-carotene, un composto che, tra le altre cose, è responsabile del caratteristico colore arancione brillante delle carote stesse. Precedenti studi hanno dimostrato che il nostro corpo può convertire il beta-carotene in vitamina A, e questo riduce il cosiddetto colesterolo “cattivo” che entra nel flusso sanguigno. Da qui tutta una serie di benefici di catena, tra cui il contrasto con l’aterosclerosi, l’accumulo di grassi del colesterolo nelle arterie per citarne uno, probabilmente il più importante, dato che l’aterosclerosi cardiovascolare è una delle principali cause di morte. Intorno al mondo.

È stato scoperto che un enzima necessario beneficia del beta-carotene

I ricercatori hanno identificato quella che potrebbe essere considerata una fase critica di questo importantissimo processo di conversione del beta-carotene. Quest’ultimo viene convertito in vitamina A da un enzima chiamato beta-carotene ossigenasi 1 (BCO1). Solo l’attività di questo enzima può essere inferiore o superiore a seconda dei cambiamenti genetici.
Ci sono persone che non hanno questi cambiamenti genetici e quindi hanno un enzima meno attivo. Ciò significa che queste persone traggono meno benefici dal consumo di carote e che per avere bisogno della stessa quantità di vitamina A nella loro dieta, devono combinare le carote con altri alimenti.

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Analisi su campioni di mano ed esperimenti su topi

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno condotto due studi. Nella prima, hanno analizzato DNA e campioni di sangue prelevati da 767 persone di età compresa tra i 18 ei 25 anni. Hanno scoperto che esiste una variante genetica associata a una maggiore attività dell’enzima BCO1 e, di conseguenza, a un abbassamento del colesterolo nel sangue.
Nel secondo studio, hanno anche condotto esperimenti su topi che danno a questi animali beta-carotene, inducendoli ad acquisire un colesterolo più basso e meno lesioni aterosclerotiche e placche nelle vene. Dimostrazione che il beta-carotene protegge effettivamente dall’aterosclerosi.

Una scoperta importante

Questa è una scoperta importante perché dimostra che bassi livelli di vitamina A nel corpo possono anche essere il risultato non di una cattiva alimentazione, ma di una carenza di questo enzima per convertire il beta-carotene in cibo, specialmente tutto ciò che è contenuto nelle carote (il beta-carotene può essere trovato in altri alimenti come come zucchine, patate dolci, spinaci e cavoli).
E dato che i ricercatori hanno stimato che almeno il 50% della popolazione indica di avere una variante meno attiva dell’enzima, ciò significa che è abbastanza comune anche il problema associato alla difficoltà di ottenere questo importante nutriente.

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