Le Alpi italiane richiedono piste da sci aperte

Secondo un recente regolamento governativo, gli impianti sciistici possono iniziare la stagione invernale a partire dal 7 gennaio, ma il Comitato Scientifico CTS, che sta fornendo consulenza al governo su come affrontare l’epidemia di coronavirus, resiste. “Il turismo di montagna ha bisogno di tempo per organizzarsi”. Secondo la lettera delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, chiediamo al governo di chiarire la data in cui verranno riaperti gli impianti sciistici.

Senza il turismo invernale, l’economia di innumerevoli comunità montane sarebbe paralizzata.

Il comitato tecnico e scientifico del governo di Roma non ha approvato il protocollo di sicurezza per gli ascensori.

La proposta di iniziare con l’80% di capacità per le orbite e il 100% per sedie e impianti di risalita è andata troppo oltre per la commissione. Non è ancora del tutto chiaro quali requisiti dovrebbero essere applicati ai cottage sui pendii.

Con decreto, il governo di Roma ha deciso che le piste da sci potranno essere aperte solo dopo la fine delle vacanze di Natale, il 7 gennaio.

Dopo la fine delle vacanze di Natale, quando è stato imposto il blocco, l’Italia vuole tornare al sistema semaforico nella lotta al Coronavirus.

Questo stabilisce che le regioni siano classificate in 3 aree a rischio. Nelle zone gialle – a differenza delle altre due aree a rischio – le colonne possono riaprire durante il giorno.

Se Roma continua a ostacolare le aree sciistiche aperte, l’Alto Adige è pronto per la sua strada.

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