Israele dona ai fratelli la chiesa nella zona del battesimo di Gesù – Corriere.it

Inondazioni e inondazioni hanno scosso il terreno, levigato lo sporco e modificato le mappe degli ingegneri militari. Rimane il ricordo e la difficoltà di ritrovarsi con una bussola: una cinquantina di anni fa Jardana era un fiume, in alcuni punti ora un rivolo, basta allungare il passo per mettere il piede dall’altra parte. Era la prima linea, il confine tra due paesi che si sono combattuti in almeno un paio di guerre: in quella Sei giorni iniziò a distribuire mine anticarro e bombe antiuomo in Cisgiordania (sequestrate dagli israeliani in Giordania nel 1967), almeno 4.000.000 sono rimasti inesplosi, ad eccezione delle trappole TNT distribuite dalla Federazione Palestinese, che hanno infiltrato soldati e insediamenti negli anni ’60 e ’70.

Regno di Hascemita

Lo Stato ebraico e il Regno hascemita hanno quindi firmato la pace nel 1994 Benjamin Netanyahu, Primo Ministro israeliano, autorizzato dagli inglesi Ciao fiducia restituire un’area di 500.000 mq per rendere nuovamente disponibile l’acqua dove Giovanni Battista battezzò Gesù. I muri di chiese e monasteri, le finestre che guardano il vuoto e le macerie all’interno, come scenografie abbandonate di un film western, testimoniano quello che dice padre Ibrahim Faltas: Nel 1641 iniziarono a venire in questo luogo i frati francescani organizzazione del pellegrinaggio. All’inizio degli anni ’20 decisero di acquistare il terreno e dipingere i primi progetti. Nel 1933 costruirono una cappella, che ora si trova quasi sul fiume, e la chiesa fu costruita nel 1935. In origine era la loro chiesa. I fratelli ricostruirono la cappella nel 1956 e i lavori di restauro iniziarono dopo il terremoto che colpì la regione il 18 dicembre 1956, che distrusse una grande chiesa.

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terra Santa

La chiesa è questa San Giovanni Battista che poche settimane fa il governo israeliano è tornato sotto il controllo della Custodia di Terra Santa. L’intero paese resta chiuso ai turisti da marzo dello scorso anno come contromisura all’epidemia di Covid-19, spero di avere l’opportunità di riportare i devoti qui dopo aver ristrutturato l’edificio. Il lavoro degli sminatori dell’Halo Trust, che opera in tutto il mondo ed è stato sostenuto anche dalla Principessa Diana, ha già permesso a mezzo milione di fedeli di tornare alla preghiera in queste terre. Il Ministero del Turismo israeliano spera in questo distrarre i viaggiatori che finora si sono spostati dall’altra parte: I giordani hanno costruito una piattaforma di legno nel mezzo del fiume in un luogo sacro ufficialmente designato dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Sulle sabbie ocra di Qasr al-Yahud si trovano le cappelle e i monasteri di otto denominazioni cristiane della regione. Prima di poter intervenire, Halo doveva essere d’accordo su tutto, compresi israeliani e palestinesi: queste aree sono in costa ovest, dovrebbero far parte del futuro stato palestinese. Alla fine ha prevalso l’obiettivo comune: permettere ai pellegrini di percorrere la stessa scalinata del Piocentino, arrivato qui nel 570.

16 novembre 2020 (modifica il 16 novembre 2020 | 22:16)

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