Ibra vuole aggiornare ed è stato rilasciato: non tirare come Gigia. Finalmente una lunga panchina. Brahim: il Milan vuole tenerlo

Le parole di Zlatan Ibrahimovich sulla possibile proroga del contratto sono state dette non a caso. Lo svedese dentro sente che gli si può ancora dare così tanto. Non solo in questa stagione, ma nella prossima, e se i risultati sono quelli che abbiamo visto da gennaio ad oggi, la dirigenza rossonera ha fretta di fare un pacchetto unico con i nuovi contratti di Ibra e Jijo Donorma. I legami politici della struttura milanese stanno volgendo al termine, ma non se ne parla. Maldini è stato il primo a parlare della possibilità di rinnovare Schlaton, lo svedese ieri al termine della vittoria sull’Udinese, è tornato sull’argomento e ha riportato la notizia: o continuerò con il “Milan”, oppure mi fermo. Senza significato. A Milano e in rossonero è veramente venerato come una sorta di dio pagano del calcio, infatti è l’uomo che fa ribaltare la squadra. Si è già preparato ai momenti di difficoltà dove farà da scudo ai compagni più giovani per proteggerli dalle critiche e dalle avversità che un eventuale momento negativo potrebbe portare a Milanello. Indubbiamente ieri la squadra, pur muovendosi secondo i dettami di Pioli, è capitata con un crollo fisico nella parte centrale della partita, per poi riprendere vita grazie ai cambi azzeccati Pioli.

Girarsi in panchina e tenere a mente i giovani che possono far partire i padroni di casa e che invece “soffrono” per la scelta di un allenatore senza parole e con la voglia di recuperare il ritardo nei minuti che hanno è una buona notizia. Rebic, Tonali, Dalot, Krunic e Brahim Diaz hanno cambiato la partita ieri, senza dimenticare Jens Petter Hauge, anche lui in attesa della sua chance in campionato dopo il gol contro il Celtic. Una bella scelta per un allenatore che può cambiare lo slancio del gioco anche con i cambiamenti, cosa che non si vedeva nel “Milan” dal 2010-12. Da allora il livello della panchina è sempre stato basso, di conseguenza i padroni di casa sono arrivati ​​spinti fuori limite e incapaci di recuperare. Con tutte le scorte invece si può scegliere il fatturato target oltre al miglior controllo Ibra.

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Ma ieri, a sconvolgere la partita, la rete del cupo Kalganoglu, come il cielo di Udine, è diventata nuovamente Brahim Diaz. L’elfo spagnolo è stato schierato come trequartista destro con licenza di uccidere al centro. Di conseguenza, il sistema difensivo friulano ha subito alcuni errori importanti, in quanto Brahim ha portato non solo imprevedibilità ma anche sostanza. E sul suo futuro, come vi abbiamo detto nei giorni scorsi, il Milan intende sedersi a tavola con il “Real”. Ad oggi il ragazzo è stimato in 25 milioni, ma c’è la volontà di fare investimenti importanti, anche, e soprattutto, se Kalganoglu romperà la corda del rinnovamento. Il Milan, intanto, è in vantaggio in campionato e pensa alla sfida di giovedì contro il Lille, che potrebbe già essere decisiva per il primo posto nel Gruppo H di Europa League.

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