Coronavirus, le regioni pensano agli anziani. “Intervalli di tempo per gli acquisti”

Le corsie dello shopping scontate hanno più di 65 anni e il servizio viene consumato stando seduti in casa ogni giorno dopo le 15:00. Restrizioni allo shopping nel fine settimana con chiusura di parchi commerciali diversi dai centri commerciali e grandi negozi monomarca a Decathlon. Si tratta di un piano messo a punto dai governatori di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia per evitare di saltare dal giallo all’arancio. “Occorrono ulteriori restrizioni per fermare la diffusione del Covid”, spiega il presidente Banacini. L’obiettivo è frenare la socialità – da qui l’intervento sulle strade e sulle coste dell’Adriatico per bloccare la vita notturna – e raccogliere opportunità senza interferire con la mobilità tra le regioni. La differenza …

Corsie preferenziali per costa oltre 65 anni e impegno consumare stando seduti in casa ogni giorno dopo le 15:00. Restrizioni sugli acquisti nel fine settimana dopo la chiusura parchi commerciali, oltre ai centri commerciali e ai grandi negozi monomarca a Decathlon. Questo è il piano che hanno i governatori Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia vengono contabilizzati per evitare il passaggio dal giallo all’arancio. “Occorrono ulteriori restrizioni per fermare la diffusione del Covid”, spiega il presidente Banacini.

L’obiettivo è frenare la socialità – da qui l’intervento sulle strade e sulle coste dell’Adriatico per bloccare la vita notturna – e raccogliere opportunità senza interferire con la mobilità tra le regioni. C’è anche una differenza fondamentale nel commercio e nell’attività economica: trattandosi di un tema molto delicato, solo dopo l’ultimo giro di consultazioni si definiranno le misure che regolano l’apertura di locali e negozi nei fine settimana. E scopriremo in dettaglio come dare la priorità a una certa ora (molto probabilmente la mattina presto) sopra i 65 anni per consentire loro di fare acquisti con sicurezza. Ci saranno sicuramente più controlli e multe per coloro che violano il divieto.

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I decreti attesi ieri arriveranno oggi ed entreranno in vigore a mezzanotte: saranno, se non identici, del tutto omogenei e coordinati dalle tre amministrazioni regionali in contatto con il Ministero della Salute. La decisione delle tre regioni non è spontanea: ad esercitare una pressione decisiva martedì, è stato Spencen a mettere sulla bilancia la trasformazione zona arancione senza girare la vite.

È una strategia scelta dal presidente del Consiglio per evitare il blocco generalizzato che è ormai diventato la linea del Piave da cui dipende la fiducia residua del governo, coniugando l’ammodernamento con il giallo all’arancio o un intervento autonomo nella stessa direzione dei governatori regionali. Inoltre, l’articolazione comprende anche sindaci che, in collaborazione con i comitati provinciali per la sicurezza, godono di ampia autonomia, ma hanno anche un mandato specifico per chiudere spazi urbani che possono restringersi. Ecco perché a Bologna il sindaco di Merola ha vietato ogni attività per le strade e le piazze del centro storico. A Roma c’è una quota di presenza nei parchi, che in alcuni comuni italiani verranno chiusi.

Il progetto statale prevede l’adesione la zona rossa delle nuove regioni, ma anche il passaggio di aree che ora si stanno spostando dal rosso all’arancio, un movimento perpetuo che dovrebbe consentire di bilanciare sia il disagio della popolazione che gli altissimi costi di chiusura. Domani è previsto il prossimo sopralluogo in cabina di regia e, sulla base di nuovi dati, l’Italia potrebbe cambiare nuovamente colore: sotto l’obiettivo, oltre all’Azienda, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia. I governatori Banacchini, Fedrigo e Zaya – a differenza del loro omologo De Luca della Compagnia – si sono subito dimostrati disponibili, ma hanno insistito che il dirigente faccia la sua parte, o meglio paghi la sua parte: chiedono infatti aiuto in qualsiasi produzione attività che si chiudono. Sarà questo uno degli argomenti sul tavolo della riunione odierna della maggioranza in manovra.

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Insomma, anche un piano governativo complesso non ha certo costi zero, e probabilmente non saranno sufficienti i 5 miliardi di dollari che la legge di bilancio stanzierà per due decreti di ristoro, ai quali se ne può aggiungere un terzo. Tuttavia, sarà ancora un fardello molto meno proibitivo di quello che verrà ricevuto da Lockdwon.

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