Coronavirus, dalla transizione al lavoro intelligente: cosa può cambiare dopo le vacanze?

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Dal 7 gennaio l’unità tornerà nelle tre aree (gialla, arancione e rossa) previste da Dpcm dal 3 dicembre. Lo stato di emergenza terminerà alla fine del mese, il che influirà direttamente sulla procedura di lavoro agile

Andrea Carly

Christmas dpcm: ecco le questioni di governo

Dal 7 gennaio l’unità tornerà nelle tre aree (gialla, arancione e rossa) previste da Dpcm dal 3 dicembre. Lo stato di emergenza terminerà alla fine del mese, il che influirà direttamente sulla procedura di lavoro agile

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Cosa succederà dopo l’oppressione natalizia che il governo ha introdotto per prevenire una terza ondata di contagi Coronavirus? Se al momento non ci sono elementi che delineano lo scenario complessivo di quei giorni, alcuni elementi possono essere estrapolati.

Dopo dieci giorni di blocco completo (l’ultimo sarà il 6 gennaio) e quattro chiusure parziali previste dal Decreto Natale, a partire dalle 7, il sistema previsto da Dpcm dal 3 dicembre, ovvero la suddivisione del territorio nazionale in tre aree (gialla, arancione e rossa) in base a tanti scenari di rischio e con differenti vincoli. Nel momento in cui è iniziata la pressione sulle vacanze di Natale e Capodanno, tutte le regioni erano nella zona gialla. L’unica eccezione: il cerchio, in arancione.

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Allerta ISS

Quindi, dal 7 gennaio, questo dipartimento tornerà, il che porterà a regole diverse in termini di viaggio. Poi bisognerà capire, in base all’andamento della curva di contagio e alle stime del Comitato Scientifico e Tecnico, se la configurazione verrà confermata o se per ordine del Ministro della Salute si deciderà di riportare una regione in zona arancio o, nel peggiore dei casi, rossa. Secondo l’ultimo rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (14-20 dicembre), “si osserva un rischio moderato o alto nella maggior parte delle regioni e un’epidemia incontrollata e incontrollata in quattro regioni a basso rischio”. In particolare, Emilia-Romagna, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta) “hanno maggiori probabilità di progredire ad alto rischio il prossimo mese se l’attuale trasferimento rimane invariato”. Cinque regioni (Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto) sono classificate come gruppi ad alto rischio. “Questo verrà deciso anche sulla base dei dati epidemiologici che arrivano dopo il battesimo”, confermano fonti di stato. Le regioni e le province autonome possono adottare ulteriori decisioni restrittive di natura locale.

Scuola, a gennaio si ricomincia con il 50%

Per quanto riguarda la scuola, l’obiettivo è sancito in un accordo raggiunto non senza uno sforzo tra l’esecutivo e le regioni prima di Natale – assicurarsi che il 50% degli studenti torni in classe dal 7 gennaio successivo (Dpcm dal 3 dicembre ha interessato il 75% degli studenti) per arrivare al 75% nei giorni successivi, con un’apertura differenziata scuola dopo scuola, paese dopo paese. Tuttavia, non c’è dubbio o imbarazzo nel tornare alla classe 7, soprattutto tra i registi.

Apertura di impianti sciistici rischiosi

Aumentano le probabilità di posticipare la ripartenza prevista per il 7 gennaio. Il Comitato Tecnico Scientifico ha inviato una serie di commenti alle Regioni nell’ambito di un protocollo sviluppato a fine novembre. I tecnici hanno chiesto che sia più in linea con il sistema di suddivisione in corsie previsto dalla normativa vigente.

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