Coronavirus, Azienda gialla (ma anche rossa). E così De Luca attacca De Luca- Corriere.it

SInizio a scrivere alle 19.30 quando arriva l’ordine.


Pazzo, sì: rimane giallo.

In fondo è inutile andare a cercare Vincenzo De Luca su Facebook. Non una serata teatrale. Il governatore non commenta in diretta come gli piace fare: uno sguardo vitreo, una voce tremante e acuta. Eccessivo e lungimirante, sinistro e intimidatorio. Così nella cornice del situazionismo magnetico e tragico che è al di là di Maurizio Crozzi, al di là di ogni parodia.

Il governatore De Luca evita di tenere lo spettacolo perché è vecchio dal palco, dal raduno. E capisce che è meglio tacere stanotte.

Sa che lo sappiamo tutti.

Con l’aiuto immediato dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, ci sono ancora immagini che all’epoca non erano nemmeno disponibili a Baghdad. I sindaci di Caserta sollecitano l’invio di truppe. L’unione regionale dei medici di famiglia chiede un blocco totale. Chiede alla Compagnia di diventare rosso.

Ma anche Vincenzo De Luca vorrebbe che fosse rossa. Pensa a livello locale. Torniamo a due settimane fa.

All’improvviso, un uomo che è riuscito a tenere la prima ondata di Covid-19 lontana dai propri territori – non sarà mai compreso né dai reali valori organizzativi né dal puro e benevolo capriccio del virus – si è trovato sotto assedio con la diffusione imminente di infezioni e il fallito sistema sanitario . Chiede pertanto misure urgenti ed estreme. Grida, minaccia, provoca.

De Luca sente il pericolo.

Ha paura fisica (dopotutto ha 71 anni).

Lascia il suo ufficio in un edificio di fronte a Santa Lucia a Napoli, in Campania, e si rifugia nella sua città natale, Salerno, in un palazzo di ingegneri civili.

La sera del 23 ottobre nel soggiorno di casa poche ore fa ha benedetto il coprifuoco imposto dal premier Conte. Controlla su Facebook – credimi, come molti potenziali di vanità quasi femminile – quanti mi piace ha ottenuto nel suo tradizionale spettacolo del venerdì. Poi il cellulare squilla. Chiamata dalla prefettura di Napoli. La città è cresciuta. I camerieri della pizzeria sono stati costretti a chiudere alle 18 insieme agli ultrs del Napoli, con comuni delinquenti. La guerra nelle città al Lungamar Caracciola in Piazza Municio. Molotov, fianchi rovesciati, i feriti vanno in cura al centro traumatologico di Cutugno, ma lì trovano – per strada, all’aperto, sotto lampioni gialli – una fila di pazienti Covid.

Ma lo preoccupa non tanto o non solo la collisione.

De Luca riflette da politico. Lo ha appena confermato la popolazione – in alcune province i numeri erano sbalorditivi – a capo della regione. Con tutto ciò che segue e ciò che gli piace: la compagnia governava il presunto Granducato, mescolando il dialetto con Cicerone, un brillante maestro dell’oratorio colorito simile a un pitone che studiò il leader comunista grigio e poi perfezionò negli anni che lo guidarono suo a prendere Salerno, il sindaco con effetti speciali, manganelli – magnifico oggetto di condanna – e fontanelle nelle piazze, che chiamavano non solo lo Sceriffo, ma a un certo punto e O ‘Faraone, mentre lui non smette di deridere, identificandosi solo lui stesso un liberale di Goebbels.

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A De Luc piace così. E così vuole continuare a piacere. Quindi improvvisamente rallenta. Se la Compagnia deve arrossire, l’ordine arrivi da Palazzo Chigi.

Al momento entusiasma i dati Saranda. Al 19 ottobre ci sono 113 posti in terapia intensiva; poi, dall’oggi al domani, sono 227, e da venerdì scorso addirittura 590. L’azienda è segnata in giallo, ma gli ispettori del ministero della Salute se ne vanno. Iniziano anche i controlli dei carabinieri “Noi”. Luigi de Magistras – per lungo tempo impegnato principalmente nell’ex magistrato ospite a Non l’Arena Massimo Giletti – vede la fossa dei napoletani senza maschera, ricorda di essere stato sindaco di Napoli e riprende le ostilità con De Luca. Quindi ci spezzeremo. De Luca: Alcuni amministratori imbecilli parlano male di Napoli e della Compagnia. E aggiunge, digrignando i denti: solo le persone invidiose vogliono una campagna dal giallo al rosso.

Il governatore decide che è giunto il momento e si sente un adulto quando un gioco amatoriale su Facebook colpisce il teatro dell’assurdo tra Eugene Ionesco e Samuel Beckett e mette in scena il suo capolavoro: De Luca attacca De Luca.

Vuole che la compagnia sia rossa oltre che gialla.

Forse chissà chi può dirlo.

Un momento difficile per noi giornalisti politici

10 novembre 2020 (modifica il 10 novembre 2020 | 23:42)

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