Cesare, Paolo e Daniel Maldini al Milan: la dinastia milanese

Difficile decidere quale dei due fratelli sia la pecora nera della famiglia Maldini di calcio. O il 24enne Christian, perché non gioca per il Milan, ma osa invece giocare per la squadra di terza divisione con il bel nome di Societa Sportiva Dilettantistica Pro Sesto. Almeno come difensore, come dovrebbe fare Maldini.

O è il 19enne Daniel? In linea con il suo status, è sotto contratto con il Milan come padre e nonno, ma ha il coraggio di intraprendere la carriera di attaccante lì. Che violazione della tradizione di famiglia.

I Maldini sono più di una famiglia, sono una dinastia. Da questo mercoledì, dalla più importante partita di Serie A dell’AC contro la Juventus, c’è un marchio che nessun’altra famiglia di calciatori raggiungerà presto. Con la sostituzione di Daniel da parte del tecnico Stefano Pioli, i tre Maldini ora giocano esattamente 1000 partite in campionato. Allungato dal 1954 al 2023. Il tuttofare.

Il primo è stato il patriarca Cesare Maldini. Difficile come difensore al Milan. Ha trascorso i suoi primi anni alla Triestina statunitense, ma questo può essere liquidato come un peccato giovanile. A 22 anni è passato all’AC, e questo è stato il verdetto per i decenni successivi: l’era Maldini era iniziata.

Già allora era un grande Milan, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta con Gianni Rivera, con Giovanni Trapattoni, lo svedese Nils Liedholm, ultimo membro rimasto del celebre trio milanese scandinavo Gre-No-Li Gren- Nordahl-Liedholm, e la macchina da gol brasiliana José Altafini per le vertebre.

Nella propria area di rigore viene pulito

Ma quello che stava succedendo lassù in campo non interessava Maldini senior. Il suo territorio era la sua area di rigore, lì era riordinata, ripulita, gli attaccanti avversari non avevano niente da ridere lì, dodici anni e 347 partite. Poi ha fatto una cosa inaudita: ha concluso la sua carriera al Torino.

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La dinastia Maldini si è poi presa una pausa, il Milan è stato per 12 anni zona esente da Maldini, poi è arrivato lui: Paolo, un ragazzo alto di dieci anni che è entrato nelle giovanili del club nel 1986 e gli è rimasto fedele fino ad oggi.

Il difensore italiano Sergio Battistini oggi è conosciuto solo dagli addetti ai lavori, una volta giocò quattro partite internazionali per l’Italia, difese per Milan, Inter e Firenze negli anni Ottanta, carriera non che verrà necessariamente ricordata. Tuttavia, ha svolto un ruolo storico nell’impero milanese. Il 20 gennaio 1985 viene sostituito nella gara del Milan contro l’Udinese contro il 17enne Paolo Maldini, alla sua prima presenza in Serie A: altre 646 dovrebbero seguire.

Maldini era il nuovo tipo della vecchia scuola di difesa italiana, anche di bell’aspetto, poco in comune con i rozzi gentili della generazione precedente. Il Catenacchio era una volta. Paolo Maldini non doveva più necessariamente scrollarsi di dosso gli avversari, poteva farlo anche lui, ma era veloce, potente, elegante, con un bel colpo di testa, tutti insieme. Con Maldini la modernità si è spostata sulla difensiva dell’Italia.

902 partite competitive per un solo club

647 partite di campionato per il Milan, un totale di 902 partite per un solo club, cinque trionfi di Coppa dei Campioni in campionato nazionale e in Champions League, compagni di squadra di Franco Baresi, Ruud Gullitt, Frank Rijkaard, Roberto Donadoni e Marco van Basten, 126 partite internazionali a fianco. In realtà è uno scherzo che non sia un giradischi né con gli Azzurri né in campionato: il portiere commemorativo della Juventus Gigi Buffon ha appena resistito più a lungo.

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L’Italia è quattro volte campionessa del mondo, ma i Maldini hanno mancato i titoli dei grandi tornei. Paolo era nella finale dei Mondiali del 1994, quella squallida finale che il Brasile vinse ai rigori dopo un’agonia di 120 minuti sullo 0-0. In Francia nel 1998, l’Italia era sulla buona strada, ma i quarti di finale erano finiti contro i padroni di casa e gli eventuali titolari. Ancora 0-0, ancora calci di rigore, ancora l’Italia perde. La squadra era capitanata da Paolo Maldini e il suo allenatore da Cesare Maldini.

Il 2009 è finalmente finito per il modello professionista Paolo, la partita contro la Fiorentina del 31 maggio è stata l’ultima, dopodiché è proseguito come funzionario. Oggi Paolo Maldini è il Direttore Tecnico del Milan, infatti non ha mai servito nessun altro club.

Gli statistici dettagliati hanno calcolato che Paolo ha trascorso 2217 minuti in campo da solo ai campionati del mondo di calcio. Finora suo figlio Daniel ha giocato solo 44 minuti con un abito rossonero del Milan. Ma: il Milan è capolista, l’ultimo dopo tanti anni tristi. Certo, finalmente c’è di nuovo un Maldini in squadra, quindi il successo deve arrivare.

Il giovane portoghese Rafael Leao sta attualmente ricevendo molti elogi al Milan, non solo perché ha segnato il gol più veloce nella storia della Serie A dopo sei secondi a dicembre. E cosa dice il giovane quando gli viene chiesto del suo successo? “Non guardarmi. Il nostro giocatore dal talento più naturale è Daniel Maldini. «È chiaro, con i geni. La dinastia vive.

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