Antonio Tsokali: “Rendi disponibili i dati a noi scienziati”

«I dati dovrebbero essere trasmessi alla comunità scientifica, che può fornire suggerimenti utili per aiutare a risolvere questa situazione “, ha detto Antonio Zocali. Professore di Fisica Sperimentale all’Università di Bologna, dal 1 luglio scorso Sulla base dei dati della Protezione Civile si effettuano analisi statistiche per aiutare a capire meglio e meglio l’evoluzione dell’epidemia in Italia, ma ci sono dati che le Regioni inviano alla sala di controllo, che elabora il rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Dati incompleti inviati in ritardo. al centro di polemiche e valutazioni contrastanti, come il sistema di monitoraggio e la sua performance, a cominciare dall’indice Rt, il presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Paris come “inaffidabile”. “I dati appartengono a tutti e dovrebbero essere disponibili alla comunità scientifica”, afferma Tsokali. “Anche perché potrebbe esserci una terza ondata, e ci permetterà di essere pronti”.

Professor Tsakoli, cosa dicono le analisi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sulla condizionel’evoluzione dell’infezione? Dove siamo?

Dicono che c’è un rallentamento dell’infezione, come evidenziato da diversi indicatori. Questa è una buona notizia perché le misure prese dal governo dalla fine di ottobre sembrano entrare in vigore. L’istruzione dovrà essere confermata nei prossimi giorni, bisognerà aspettare altre quindici per valutare le implicazioni del decreto del Presidente del Consiglio dei primi di novembre, ma credo che stiamo andando nella giusta direzione.

Ieri il presidenteL’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, ha scritto: «LL’indice Rt calcolato non è affidabile. In effetti, la discesa che si può vedere è un sintomo allarmante di crepe che si aprono nel sistema di monitoraggio “. Come vanno le cose nel tuo osservatorio?

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Il problema, come sempre con il monitoraggio, è che i dati sono affidabili. È chiaro che ci sono stati problemi con i dati e che in alcuni casi potrebbero essere più accurati. Ma non limitiamoci all’indice Rt, c’è tutta una serie di indicatori che determinano l’andamento globale.

Ad esempio, quali?

Il numero di momenti positivi diminuisce, il numero totale di lavori di rianimazione rallenta. Per avere un quadro generale della situazione un indicatore non è sufficiente, ma può essere sintomo di una situazione critica, che però va sempre inquadrata in un contesto generale. Per fare questo, è importante che tufornisce l’accesso ad altri attori della comunità scientifica, come l’Accademia dei Lincei, in modo da poter effettuare una valutazione sinergica. La verifica indipendente dei risultati, come sempre avviene nella scienza, porta a una migliore comprensione del fenomeno. Quattro occhi vedono meglio di due.

I dati emessi ogni giorno e quelli inviati dalle regioni su cui si basa l’analisi di dispacciamento per il report settimanale sono affidabili? Il monitoraggio strutturato funziona in questo modo?

In qualcosa di così. Ci danno un quadro generale che mi sembra affidabile. Nella prima ondata, i dati ci hanno aiutato a capire quali passi intraprendere dandoci consigli su cosa fare per questa seconda ondata. Sulla base delle valutazioni fatte a seguito dell’analisi dei dati, ci siamo resi conto che è possibile evitare un blocco generale e adottare misure più mirate per mitigare gli effetti della pandemia. Certo, si può fare tutto meglio, ma mi sembra un risultato minore.

È possibile evitare il blocco generale?

Questo è un caso estremo. Tutto ciò che facciamo è volto a evitare la chiusura completa.

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In questa fase, dove, come è stato detto da molti, è necessario attendere per non inseguire il virus, ci sono prove che più e meglio di altri, può farlo arrivare aobbiettivo?

A mio avviso, probabilmente ci sono dati che, se opportunamente studiati, possono farci capire cosa deve accadere. Ma poi le decisioni vengono prese da politiche che non sempre sono inclini a fare scelte impopolari. All’inizio di ottobre era chiaro che la seconda ondata stava arrivando e che erano necessarie misure per mitigarla. Ma prendere decisioni difficili come quelle richieste da questa difficile situazione non è facile.

La politica ha fatto una scelta tardiva? Perdere tempo?

Ascolta, criticavamo tutto, ma dobbiamo farloePensa che in uno scenario che non ha nulla di semplice, le decisioni che devi prendere, la scelta può essere semplice. A ben vedere, se misure restrittive fossero state introdotte un po ‘prima, sarebbe stato meglio, ma è sempre difficile capire quando è il momento di adottare misure simili, il che è evidente anche dal comportamento di altri paesi. L’Italia si è data un’organizzazioneefficiente, con un centro di controllo, ISS e sala controllo, competente e impegnato a lavorare al meglio delle proprie capacità. Noi stiamo bene.

Recentemente, alla luce del mutare del ritmo del virus, si sta anche discutendo la necessità di rivedere i circa 21 indicatori su cui è attualmente costruito il sistema di monitoraggio. Pensi che ce ne siano troppi? Il sistema deve essere ricalibrato?

Nei nostri esperimenti fisici, i fenomeni complessi vengono valutati con ancora più parametri, quindi non credo che ce ne siano troppi. Credo piuttosto che ci sia la tendenza a non capire che non esiste un meccanismo automatico che, inserendo dei parametri, possa fornire una soluzione a un problema. La scienza insegna che nel caso di un problema complesso, una soluzione può essere ottenuta solo attraverso un’analisi critica di tutte le informazioni disponibili.

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Come puoi rendere i dati disponibili “open source”?

L’open source in generale è fondamentale, ma soprattutto in una situazione del genere. È necessaria un’azione coordinata per rendere disponibili i dati e coinvolgere l’intera comunità scientifica in modo che tutti possano mettere a disposizione le proprie competenze e contribuire. Abbiamo ancora molte sfide da affrontare nel medio termine: ad esempio, dobbiamo definire una strategia per diffondere il vaccino quando sarà disponibile, o capire come affrontare una possibile terza ondata. E buono per essere preparato.

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